Mozart & Tourette
Un convegno su musica e cervello
Recensione
classica
In un paese in cui musica e scienze rimangono discipline di non larga diffusione presso il grande pubblico, vedere l'Aula Magna dell'Università degli Studi di Milano gremita di gente è una bella notizia. Il motivo è appunto una giornata di studio che unisce i due mondi nel nome del compositore pop per eccellenza: Musica e cervello – Mozart e la sindrome di Tourette, questo il titolo del convegno a ideale proseguimento di quello di due anni fa dedicato – sempre nel contesto di MITO – a Maurice Ravel. Certo, il nome del genio viennese sarà stato decisivo per attirare quelle care signore che “A me la musica classica rilassa”, però piace pensare che, dopo tanti discorsi sui cervelli in fuga (e pare che le scienze in Italia ne abbiano fatti scappare tanti, e di corsa), il pubblico – compreso chi scrive – stia cominciando a sentire la necessità di mettere qualche proverbiale pezzetta su certi imbarazzanti buchi culturali. E che piacere masochista poter mettere mano alle proprie dolenti piaghe grazie all'indubbia capacità espositiva dei relatori di ambito scientifico (il supporto delle immagini aiuta, ma siamo una spanna sopra ai colleghi umanisti) e al fascino degli argomenti trattati. In particolar modo vale la pena di citare l'introduzione di Ivano Dones, un rapido excursus sui rapporti storici e scientifici tra musica e cervello che gioverebbe come introduzione a qualsiasi corso di musica nelle scuole, nei conservatori e nelle università; la successiva esposizione di Mauro Porta (divisa fra mattina e pomeriggio) entra subito nella questione Mozart analizzando il contesto familiare e socioculturale nel quale il compositore si trovò a vivere ed operare, e la questione della sindrome di Tourette. Nel vivo delle faccende neuroscientifiche, lasciando la sensazione che i necessari discorsi antropologici e etnomusicologi non possano più prescindere da un approfondimento in quella direzione, gli interventi di Marco Riva (Principi della Risonanza Magnetica Funzionale) Ludovico Minati (Meccanismi della percezione musicale: dai suoni alla melodia), Elvira Brattico (Differenze cerebrali tra musicisti e non: dall'anatomia alla funzione e ritorno) e Giuseppe Scotti (Musica e cervello: dall'adulto al bambino), tutti ottimi spunti per future riflessioni ed indagini in solitudine. L'intermezzo musicale ha giovato a ritrovare la necessaria leggerezza grazie alla sicura esecuzione, da parte del Ghislieri Choir diretto da Giulio Prandi e accompagnato al pianoforte da Alessandro Marangoni, dei canoni cosiddetti 'osceni' del nostro Mozart. Nel pomeriggio chiudono il già citato intervento di Mauro Porta, quelli di impronta più musicologica di Enzo Restagno e Cesare Fertonani e il taglio psicanalitico di Leo Nahon (La dolcezza e l'oscenità compulsiva). È un bene che festival così seguiti come quello di MITO sentano l'esigenza di dirottare il proprio pubblico anche su questioni di certo non secondarie come quelle trattate in questa proficua giornata: attendiamo dunque con assoluto interesse la terza puntata.
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