Mozart senza soste
36 ore di maratona a Torino
Recensione
classica
Un’insana pazzia collettiva, generata dall’amore per Mozart, ha colpito un vasto numero di torinesi per il quarto anno di fila. La maratona musicale non-stop di oltre 30 ore celebra, con cinque giorni di anticipo, il 256esimo compleanno di Mozart, chiamando a raccolta le forze di Teatro Regio di Torino, Associazione Concertante e dei Conservatori piemontesi, tra musicisti professionisti, maestri e allievi, che hanno suonato gratuitamente. La gran parte della manifestazione si è tenuta al CineTeatro Baretti (che quest’anno festeggia il decennale), ma anche nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli, nella nuova Casa del Quartiere San Salvario, al Conservatorio di Torino.
Gli eventi gratuiti come questo attirano un pubblico variegato, diverso da quello che di solito va ai concerti. Il programma è attraente e anche popolare, d’accordo. Nei concerti a pagamento le defezioni più vistose sembrano nella fascia 30-60 anni, il che fa pensare che il prezzo di un concerto sia ritenuto troppo alto.
Invece gli under 30, ci sono. Ma l’atmosfera sembra scaldarsi soprattutto se sul palcoscenico c’è il coetaneo, il compagno di Conservatorio.
Il programma è ovviamente vastissimo, e non si limita al solo Mozart: ci sono state molte trascrizioni originali e non (Fernando Sor, Johann Nepomuk Hummel, Rainer Schottstädt), più o meno celebri, un programma che ha avvicina Kodály, Orlando di Lassso e altri al Nostro eroe, eccetera eccetera. E poi, la scorpacciata di video: Le nozze di Figaro con la regia di McVicar, il Don Giovanni di Flimm, il Così fan tutte di Dörrie introdotti con passione da Fiorenzo Alfieri, dalle 23.30 alle 6.35,
e i gioiellini di Lotte Reiniger (qui sotto 10 Minuten Mozart e Papageno).
Si dirà che avere successo con Mozart è semplice: è vero. Meno ovvio che in piena notte resistano una trentina di Mozartofili imperterriti. Bisogna aggiungere che, disponendo il Baretti di poco più di 100 posti, molte persone si siano dovute accontentare dello schermo montato fuori dal CineTeatro. Da un lato c’è l’entusiasmo, di tutti, pubblico e artisti, e dall’altro, va sottolineato che non è un caso. E’ la quarta volta che accade e ogni anno il successo si rinnova.
Nonostante la concomitanza di un super-concerto in un’altra sala torinese, sala gremita per il gran finale al Conservatorio, che sfoggia i suoi migliori artisti: nel Quintetto per clarinetto e archi K.581 il promettente clarinettista Antonio Capolupo, nella Sinfonia K.16 è l’orchestra del Conservatorio al completo ad aver fatto passi in avanti sotto la direzione di Giuseppe Ratti, nel Concerto per flauto, arpa e orchestra i talentuosi Filippo Maria Del Noce e Cecilia Zacchi.
Ancora, per favore!
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