Se Davide ama Gionata
Il 28 giugno a Torino l'opera di Marco Emanuele
Martedì 28 giugno alle 20,45 al Polo del Novecento di Torino (Via del Carmine 14) si terrà la prima esecuzione assoluta, in forma di concerto, dell'opera Davide e Gionata, scritta per festeggiare i 50 anni dei movimenti lgbtq in Italia, libretto e musica sono di Marco Emanuele che così spiega il suo lavoro:
«Davide e Gionata si amano. Il loro è un grande amore come quelli rappresentati in molte opere e finisce in modo tragico, perché contrastato da Saul, cioè il Padre, la famiglia, la società, il potere. Gionata è un personaggio complesso, che tenta di liberarsi dall’intreccio delle relazioni familiari: non vuole deludere il Padre, pensa di non essere all’altezza delle sue richieste e cerca di dimostrare a tutti di essere un “vero uomo”. La trama è ricavata molto liberamente dal capitolo 31 del primo libro di Samuele dell’Antico Testamento, in cui si parla dell’amicizia di Davide con il figlio del re Saul, Gionata, e della morte di quest’ultimo, compianta da Davide in un famoso canto funebre («Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa più che amore di donna…»). Il libretto è composto da recitativi e pezzi chiusi, come nei libretti di Metastasio, e come nei libretti dell’opera italiana di primo Ottocento. Utilizzo liberamente altri testi: alcune strofe di Pietro Metastasio; il Saul di Felice Romani (1824, musicato da Nicola Vaccaj a Napoli e nel 1843 da Ferdinando Ceccherini a Firenze). La struttura dell’opera è formata da 20 numeri chiusi (sinfonia, arie, duetti, terzetti) collegati da recitativi: una specie di omaggio all'opera barocca, ma con riferimenti a forme (cavatine, cantabili e cabalette) tipiche dei melodrammi del primo Ottocento. Per i due protagonisti ho pensato a voci dal timbro chiaro, diverse per estensione: due controtenori, dei quali uno canta più in registro sopranile (il più giovane, Davide) e uno in registro da contralto (Gionata). Questo per richiamare l’opera barocca, in cui gli eroi sono interpretati dai castrati, e per richiamare il belcanto italiano e l’opera seria di Rossini, in cui gli innamorati sono spesso una coppia di voci femminili (soprano/contralto).Se Abner è il tradizionale cattivo, il basso vilain, come Assur nella Semiramide di Rossini, per il re Saul, personaggio tra l’altro protagonista di David et Jonathas di Marc-Antoine Charpentier (1688) e del libretto di Felice Romani, ho pensato a una cantante donna che canta e recita “en travesti”. I miei modelli non sono tanto i giovani eroi del melodramma rossiniano, ma alcune grandi attrici del teatro di prosa, come Sarah Bernhardt, che hanno interpretato parti maschili come Amleto, Werther o Lorenzaccio. Ma soprattutto vorrei rompere con la tradizione di voci maschili che interpretano personaggi di potere e anziani, cioè vorrei decostruire la figura del Padre tipica delle opere di Giuseppe Verdi.Il registro acuto del personaggio maschile del padre di Gionata, il re Saul, permetterebbe di assegnare il personaggio allo stesso cantante – o alla stessa cantante - che interpreta il personaggio di Davide, o comunque di creare una specie di rispecchiamento: tra l’altro i due personaggi non si incontrano mai in scena. L’idea è quella di creare un cortocircuito: sono in un certo senso due rivali, uno ombra dell’altro. La sovrapposizione delle figure dell’amante e del Padre allude al triangolo delle relazioni affettive: Gionata è innamorato del Padre, oltre che di Davide; e “muore”, in senso reale e simbolico, per dimostrare a entrambi e a se stesso di essere all’altezza della mascolinità normativa».
L' Accademia dei Solinghi è diretta da Simone Lattes, Flavio Cappello (flauto), Fabio Freisa (clarinetto), Stefano Arato (fisarmonica), Lucia Caputo e Paola Nervi (violini), Magda Vasilescu (viola), Massimo Barrera (violoncello), Rita Peiretti (clavicembalo) cantano Marina Degrassi (Saul), Angelo Galeano (Gionata), Luca Parolin (Davide), Giuseppe Gerardi (Abner). L'ingresso è gratuito
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