Riparte la stagione della IUC

In programma varie integrali: i madrigali di Gesualdo, i quartetti di Schoenberg, il pianoforte di Ravel, Skrjabin e Rachmaninov

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Il Quartetto di Cremona
Il Quartetto di Cremona

Come altre istituzioni concertistiche italiane, lo scorso autunno la IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma aveva prudentemente presentato soltanto la prima parte della sua stagione 2021-2022. Ora ha comunicato anche la seconda parte, la più consistente, che va dal 18 gennaio al 14 maggio. Per ironia della sorte, oggi la situazione è molto più preoccupante che non in autunno, ma giustamente bisogna farsi coraggio e andare avanti, sfidando il fato come eroi byroniani.

Il programma è riassunto perfettamente in poche parole dal direttore artistico Giovanni D’Alò: “C’è tutto quello che il pubblico si aspetta dalla IUC: i grandi nomi della scena internazionale ma anche i talenti emergenti, i capisaldi del repertorio da concerto e il piacere di scoprire generi solitamente meno presenti come la polifonia rinascimentale, che tanto successo ha avuto nelle ultime stagioni. Non mancano poi finestre sulla contemporaneità, aperture al jazz e proposte crossover che rendono più imprevedibile il cartellone”.

Entrando nel dettaglio, si ripartirà con una serata schubertiana del Quartetto di Cremona, che a Roma è ospite in esclusiva della IUC ormai da anni. Nel cartellone figurano molti altri grandi interpreti, come Gidon Kremer, Carolin Widmann, il Quartetto Ébène, Fabio Biondi con Europa Galante, Vivica Genaux col Concerto de’ Cavalieri, Ottavio Dantone e Ton Koopman.

Ma la stagione è caratterizzata soprattutto da una serie di esecuzioni integrali. Il 25 gennaio Roberto Cominati inizierà l’integrale della musica per pianoforte solo di Ravel e la completerà il 7 maggio. Il 12 e 15 febbraio Les Arts Florissants diretti da Paul Agnew concluderanno la preziosa integrale dei Madrigali di Gesualdo da Venosa, iniziata nell’autunno 2019 e pervicacemente portata a termine nonostante i rinvii imposti dalla pandemia. Il Gesualdo Project  avrà un’appendice col concerto del Bartholdy Quintet, che proporrà le versioni per quintetto d’archi di alcuni madrigali del principe di Venosa (le esecuzioni strumentali di madrigali erano diffuse già nel XVI secolo) alternandoli ai cinque movimenti di Epitaph  del compositore australiano contemporaneo Brett Dean.

Il 5 marzo inizierà un’altra integrale, quella dedicata da Mariangela Vacatello alle Sonate per pianoforte di Skrjabin, che si protrarrà nelle stagioni successive. Una proposta rara e imperdibile è l’integrale dei quattro Quartetti per archi di Schoenberg, che il Gringolts Quartet realizzerà il 15 e 19 marzo; vi prenderà parte il soprano Malin Hartelius, che intonerà i versi di Stefan George inclusi negli ultimi due movimenti del Quartetto n. 2 . Questa integrale sarà preceduta l’1 febbraio dall’esecuzione di un altro capolavoro di Schoenberg, Pierrot lunaire , eseguito da Cristina Zavalloni e dal MDI Ensemble diretto da Marco Angius, che completeranno il programma con alcuni brani di Sylvano Bussotti, in ricordo di questo grande e originale protagonista della musica del secondo Novecento, scomparso lo scorso settembre. Anche il costume di scena che sarà indossato dalla Zavalloni è una creazione di Bussotti. L’ultima integrale (in ordine cronologico) è quella della musica per pianoforte solo di Rachmaninov, affidata ad Alexander Romanovsk, che la continuerà nella prossima stagione.

Per quel che riguarda la musica contemporanea, da segnalare il concerto monografico dedicato alla prima esecuzione italiana della Passione secondo San Marco  del cinquantenne Paweł Mykietyn,considerato uno dei più interessanti compositori polacchi di oggi, definito dalla critica "nuova stella della musica polacca" e "più talentuoso e miglior compositore della sua generazione".

Anche questa stagione conferma la grande attenzione della IUC per i giovani talenti emergenti. Ci saranno un recital del violinista Giuseppe Gibboni, vincitore del Premio Paganini 2021, poi un concerto dei giovani musicisti dell’Avos Project, che suoneranno in varie formazioni cameristiche insieme ad alcuni dei loro prestigiosi insegnanti, e infine un’escursione nel jazz con i vincitori del Premio Luttazzi. E anche il concerto conclusivo della stagione sarà affidato a giovani interpreti: sono il clarinettista Tommaso Lonquich, l’Orchestra da Camera Canova e il suo fondatore e direttore Enrico Saverio Pagano, impegnati in un programma interamente mozartiano.

Tutti questi concerti si svolgeranno sotto il grande affresco di Mario Sironi che domina l’Aula Magna dell’Università “Sapienza”, capace di quasi mille posti. Ma ci saranno anche alcuni concerti extra ospitati alla “Nuvola”, il nuovo centro dei congressi progettato da Massimiliano Fuksas.Saranno riuniti sotto il titolo La nuvola della non conoscenza – La Sapienza antica  e dedicati alle riflessioni d’amore nella poesia, nell’arte e nella musica tra ’500 e ’600. Da Tiziano e Giorgione ad Artemisia Gentileschi, da Palestrina a Gesualdo, dal Cantico dei Cantici  al Canzoniere  di Francesco Petrarca, testi prediletti dai musicisti di quegli anni. Saranno tre serate dedicate al mondo dell’arte rinascimentale e barocca, in compagnia di storici dell’arte e della letteratura quali Augusto GentiliCostanza Barbieri, Claudio Strinati e Renzo Bragantini, con la partecipazione del gruppo Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini (16 gennaio, 30 gennaio e 20 febbraio).

Una trasgressione ai canoni classici sarà invece Scialla – La notte della Trap, il 17 giugno sulla Terrazza del Palazzo dei Congressi, con un pilastro della nuova evoluzione dell’hip-hop, Ketana126, preceduto da alcune delle migliori promesse del panorama trap romano. 

 

 

 

 

 

 

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