Opernwelt premia i migliori della stagione

L’Oper Frankfurt è il miglior teatro lirico dell’anno per l’ottava volta. Fra i nominati anche Gianluca Falaschi come miglior costumista

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John Osborn nella Juive (Foto Monika Ritterhaus)
John Osborn nella Juive (Foto Monika Ritterhaus)

Come ogni inizio di stagione, la rivista tedesca Openwelt ha diffuso i risultati del sondaggio condotto su un panel di circa 50 critici europei per la sua edizione annuale. 

Per l’ottava volta e il terzo anno consecutivo l’Oper Frankfurt è stata votata miglior teatro lirico dell'anno, imponendosi su concorrenti come la francese Opéra national du Rhin ma anche l’Oper Dortmund e il Theater Ulm. Dell’Oper Frankfurt ha colpito soprattutto “l’istinto sicuro per un programma drammaturgicamente plausibile, emozionante, innovativo e vario”. 

Grande frammentazione per il migliore allestimento dell’anno, per il quale sono state indicate ben cinque diverse produzioni ex aequo: Tannhäuser con la regia di Matthew Wilds all’Oper Frankfurt, Moses und Aron con la regia di Lorenzo Fiorinis al Theater Bonn, La dama di picche con la regia di Timofej Kuljabins all’Opéra de Lyon, Die Passagierin con la regia di Tobias Kratzer all’Opera di Stato Bavarese di Monaco e The Greek Passion con la regia di Simon Stones al Festival di Salisburgo. Come migliore riscoperta dell’anno la più votata è stata Fausto di Louise Bertin, riesumata dai ricercatori del Palazzetto Bru Zane (che ne ha anche curato un’incisione discografica per la propria collana “Opéra français”) e presentata in prima assoluta in forma scenica a quasi 200 anni dal debutto parigino dall'Aalto Musiktheater di Essen. La migliore novità operistica dell’anno è invece risultata Dora di Bernhard Lang su libretto di Frank Witzel commissionata dalla Staatsoper di Stoccarda.

Nelle categorie tecniche, Lydia Steier è stata votata come miglior regista dell’anno per, fra le sue diverse regie, l’Aida messa in scena all’Oper Frankfurt, Dmitri Tcherniakov invece è stato scelto come miglior scenografo dell'anno (dopo essere stato indicato miglior regista dell’anno nella scorsa stagione) e a Gianluca Falaschi invece conquista il riconoscimento di miglior costumista dell'anno per, fra le sue diverse produzioni, la sua Vedova allegra  con la regia di Barrie Kosky vista all’Opernhaus di Zurigo. 

Per le categorie musicali, Pablo Heras-Casado è stato indicato miglior direttore d'orchestra dell'anno per la sua interpretazione del Parsifal al Festival di Bayreuth, mentre fra i cantanti si impongono il soprano Asmik Grigorian, per la seconda volta dopo il 2019, e il tenore John Osborn, quest’ultimo specialmente elogiato per il suo Éléazar ne La Juive  prodotta dall’Oper Frankfurt. Infine, migliore orchestra dell’anno è stata votata la Bayerische Staatsorchester e miglior coro il Coro dell’Oper Frankfurt. 

Per l’editoria, un ex aequo per il miglior libro ad argomento musicale dell’anno: Von geschriebenen Noten zu klingenden Tönen di Peter Gülke (J.B. Metzler Verlag), Time’s Echo. Music, Memory and the Second World War di Jeremy Eichler (pubblicato in Italia da Marsilio) e Maria Callas. Kunst und Mythos di Arnold Jacobshagen (Reclam Verlag). Infine, l’album In the Shadows del baritenore statunitense Michael Spyres si aggiudica il riconoscimento come migliore registrazione dell'anno.

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