Monaco rivede la toponomastica controversa
L’Archivio di Stato di Monaco di Baviera compila una lunga lista di luoghi intitolati a personalità compromesse con nazismo, antisemitismo o razzismo
Richard-Strauss-Straße a Monaco di Baviera e il vicino tunnel anche intitolato al compositore bavarese, così denominati dal 1915 e 1958 rispettivamente, potrebbero cambiare presto nome. E la stessa fine potrebbe toccare a Arabellastraße e Arabellapark che prendono il nome da una sua opera. Dal 2016 l’Archivio di Stato di Monaco di Baviera su sollecitazione del consiglio comunale del capoluogo bavarese è al lavoro per fare un inventario il più possibile completo della toponomastica della città per identificare e eliminare casi problematici a causa del legame con il regime nazionalsocialista. Secondo quanto riporta in un recente articolo il quotidiano Süddeutsche Zeitung, sarebbero quasi 6300 i luoghi interessati e per almeno 372 di questi è possibile un intervento che riconsideri la denominazione laddove necessario.
Il compositore Richard Strauss ebbe un ruolo di rilievo soprattutto nei primi anni del regime, avendo ricoperto su nomina del potente ministro Joseph Goebbels la carica di Presidente della Camera della Musica del Reich fra il 1933 e il 1935, quando fu costretto alle dimissioni per i giudizi poco lusinghieri espressi sui maggiorenti del partito in una lettera allo scrittore Stefan Zweig, ma continuando, anche se privo di ruoli dirigenziali, a essere presente nella vita musicale del Reich. Oltre a Richard Strauss, nella lista figurano la pianista Elly Ney, il filosofo Martin Heidegger, ma anche personaggi vissuti prima del nazismo colpevoli di antisemitismo come i membri della Società Thule, trasformati in martiri da onorare dai nazisti, o di razzismo come l’esploratore Gustav Nachtigal o il premio Nobel per la medicina Robert Koch, o di fiancheggiatori del regime nazista come il pioniere dell’aviazione Willy Messerschmitt, che approfittò per la sua attività della manodopera a basso costo dei prigionieri dei lager.
Non è detto che le denominazioni di tutte le 372 località finite nella “long list” debbano necessariamente essere cambiate. Per non cancellare semplicemente le tracce del passato, si potrebbe optare per delle targhe che indichino chiaramente le responsabilità storiche, cioè che siano stati di razzisti, antisemiti, colonialisti, militaristi, o siano stati membri del partito nazionalsocialista o abbiano negato o minimizzato l’Olocausto. Per 45 luoghi inseriti in una “short list”, tuttavia, la necessità di prendere decisioni è urgente: si tratta di luoghi che portano il nome di persone sospettate di agire “in palese contraddizione con i valori umanitari e democratici fondamentali e perenni”, secondo gli esperti dell’Archivio di Stato. Dopo il lavoro degli storici, la parola ora passa ai comitati dei cittadini e al Consiglio comunale, cui spetta la decisione finale sulla toponomastica della città.
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