Marschner e Rossini a Bologna

La stagione 2008-2009 del Teatro Comunale di Bologna

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Si inizia il 15 novembre con Der Vampyr di Heinrich August Marschner, titolo ottocentesco che va in scena per la prima volta in Italia al Comunale di Bologna con la direzione di Roberto Abbado, il baritono John Osborn e il soprano Carmela Remigio. Regia, scene e costumi di quest'opera che si nutre di quel gusto romantico per il soprannaturale e per l'orrido, sono di Pierluigi Pizzi. Altre attrattive della nuova stagione, "autorevole ed equilibrata" come l'ha definita lo stesso sovrintendente e direttore artistico Marco Tutino, sono A Midsummer Night's Dream di Britten con la regia del britannico David Pountney; I Puritani di Bellini con regia scene e costumi di Pier'Alli, un cast fatto di grandi nomi (Juan Diego Florez, Ildebrando D'Arcangelo) e nuove interessanti promesse come il giovane soprano Nino Machaidze. Sul podio il giovanissimo neodirettore principale Michele Mariotti, che dirigerà anche La gazza ladra messa in scena da Damiano Michieletto, un allestimento creato per il Rof che gli è valso il Premio Abbiati per la sua "originalità e brillantezza". Ancora grandi nomi della regia internazionale: Robert Carsen con Le nozze di Figaro che vedranno debuttare a Bologna il trentacinquenne direttore parigino Jérémie Rhorer, Giancarlo Cobelli con il suo storico Rigoletto, questa volta affidato alle cure di Bruno Bartoletti e alla consumata esperienza di Leo Nucci. Non manca poi dal cartellone il balletto classico, Romeo e Giulietta di Prokof'ev con Les Ballets de Montecarlo nella coreografia di Maillot. Novità e tradizione vengono ben dosate in una programmazione che - come ha ricordato in conferenza stampa il sindaco Sergio Cofferati - dovrà sopportare il peso del taglio di 2,3 milioni di euro alla sovvenzione statale 2008. Il contributo statale dovrebbe essere reintegrato nel 2009, e comunque a "sostenere" le sorti del teatro bolognese ed evitarne un possibile commissariamento ci pensa anche il Comune. Accrescerà il patrimonio della Fondazione non con denaro, ma con un conferimento di beni immobili: il Teatro Manzoni, un'area edificabile e un deposito per il laboratorio di scenotecnica.

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