Léon Bakst a Palazzo Cini
A Venezia dal 5 ottobre al 19 novembre una mostra dedicata al celebre scenografo e costumista dei Ballets Russes
Dal 5 ottobre al 19 novembre 2018 a Venezia, a Palazzo Cini, si potrà vedere la mostra “Léon Bakst. Simbolo dei Ballets Russes”, che ripercorre la carriera dello scenografo e costumista reso celebre dalle sue innovative creazioni per i Ballets Russes di Sergej Djagilev. Ospitata a Palazzo Cini, La mostra, curata da Maria Ida Biggi e Natalia Metelitsa, è il risultato di una collaborazione fra l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione “Giorgio Cini” di Venezia e del Museo Statale del Teatro e della Musica di San Pietroburgo con la partecipazione dello CSAR – Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
In mostra molti bozzetti e figurini originali di Léon Bakst, in gran parte provenienti dal Museo di San Pietroburgo e visibili per la prima volta in Italia, che documentano l’intera parabola creativa dell’artista dai suoi primi lavori per il balletto, fra questi Le Coeur de la Marquise con le coreografie di Marius Petipa del 1902, e il teatro. Cuore della mostra sono ovviamente le scene e i costumi creati da Bakst per i Ballet Russes, fra questi la Cléopâtre con Anna Pavlova e Ida Rubinštejn della prima Saison Russe a Parigi organizzata da Sergej Djagilev, e Daphnis et Chloé con le musiche di Maurice Ravel e le coreografie di Michel Fokine. In mostra anche i disegni per Carnaval (1910) su musica di Robert Schumann e coreografie di Fokine, Le Dieu Bleu (1912) con musiche di Reynaldo Hahn e libretto di Jean Cocteau e Federico de Madrazo, coreografato da Fokine e interpretato da Karsavina e Nižinskij, e il celebre Oiseau de Feu (1910) con musica di Igor’ Stravinskij e coreografie di Fokine. Documentata anche la collaborazione di Bakst con D’Annunzio attraverso i bozzetti creati per la prima assoluta del Martyre de Saint-Sébastien con le musiche di Claude Debussy, andato in scena al parigino Théâtre du Châtelet il 22 maggio 1911. Esposti anche i figurini di Bakst creati negli anni Dieci del secolo scorso per alcune opere liriche, fra cui Thaïs di Massenet e il Faust di Gounod, ma anche La traviata di Giuseppe Verdi e Manon Lescaut di Puccini.
A complemento del materiale originale di Bakst, si potranno vedere anche i programmi di sala, fotografie e alcuni costumi originali appartenuti al coreografo Aurél Milloss, i cui archivi sono conservati presso l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini.
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