La scomparsa di Hans Neuenfels
Il controverso regista si è spento a Berlino all’età di 80 anni
Hans Neuenfels si è spento all’età di 80 anni a Berlino. Neuenfels si era imposto già negli anni Settanta come uno dei registi più controversi della scena teatrale e lirica dei paesi di lingua tedesca. Nel 1981 fu invitato all’Oper Frankfurt dall’allora sovrintendente e direttore musicale Michael Gielen ad allestire un’Aida destinata a provocare violentissime contestazioni per via dell’ambientazione contemporanea, all’epoca infrequente, e della protagonista trasformata in donna delle pulizie di colore al servizio di padroni egizi. Non meno contestazioni provocò il suo Fledermaus condito di un Orlofsky cocainomane e orge sadomaso allestito nel 2001 a Salisburgo su invito di Gérard Mortier.
Hans Neuenfels era nato a Krefeld nel 1941 e si era formato come attore e regista al Max-Reinhardt-Seminar di Vienna e in seguito alla Folkwang Hochschule a Essen-Werden. Dopo aver lavorato come assistente di Max Ernst a Parigi, debuttò come regista di prosa e a 33 anni anche come regista lirico con un Trovatore a Norimberga. Dopo la contestatissima Aidafrancofortese, non meno scandalo fecero le sue altre produzioni verdiane alla Deutsche Oper La forza del destino nel 1982, Il trovatore nel 1996 e Nabucco nel 2000. Nello stesso teatro clamore anche maggiore suscitò il suo allestimento dell’Idomeneo di Mozart del 2003, cancellata tre anni dopo dal repertorio fra accessi dibattiti sulla libertà di espressione per l’elevato rischio di attacchi islamisti dopo le proteste suscitate dall’immagine del re Idomeneo che portava in scena le teste mozzate di Nettuno, Gesù, Budda e Maometto.
Al lavoro in teatro, Neuenfels fu anche poeta, saggista e regista cinematografico e televisivo. Fu anche direttore artistico della berlinese Freie Volksbühne fra il 1986 e il 1990. Nel 2016 gli venne assegnato il Faust alla carriera, mentre i critici della rivista Opernwelt lo nominarono miglior regista in ben tre occasioni: nel 2005, nel 2008 e nel 2015.
Al di là della fama di “enfant terrible” delle scene di lingua tedesca che accoglieva sempre con un sorriso sardonico come quando veniva fischiato sulla ribalta alla fine di uno spettacolo, Neuenfels rimase pervicacemente attaccato al rifiuto di prendere alla lettera le prescrizioni degli autori, riflettendo piuttosto sul sottotesto delle opere che portava in scena come “archeologia dell’inconscio”, dando maggior rilievo a ciò che si poteva leggere fra le righe più che alla semplice lettura del testo. Un metodo destinato a fare scuola.
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