La scomparsa di Aribert Reimann

Il compositore di Lear e di numerose altre opere si è spento a Berlino a 88 anni

 

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Aribert Reimann
Aribert Reimann

Il compositore Aribert Reimann è morto a Berlino. Aveva compiuto 88 anni solo dieci giorni fa.

Nato a Berlino da padre musicista di chiesa e madre insegnante di canto, è proprio il canto la sua cifra più caratteristica, come lui stesso confermò in una intervista: “Il canto è sempre presente in me, anche quando non scrivo per la voce.” Lo stesso Reimann faceva risalire l’interesse per la voce alla sua partecipazione da bambino a una rappresentazione dello Jasager di Brecht e Weill sul palcoscenico del Teatro Hebbel di Berlino nel 1946, una lezione di cui parlava così: “Quando hai dieci anni, fai due mesi di prove e poi vivi e annusi l’odore del palcoscenico, ci sono delle conseguenze.” I primi Lied li compone già all’età di 10 anni, dedicandosi in seguito anche all’attività di pianista accompagnatore. Nel 1974 gli viene assegnata la cattedra di Canto contemporaneo alla Musikhochschule di Amburgo e nel 1983 all’Università delle Arti di Berlino.

Nell’opera era anche cresciuto professionalmente: iniziò la carriera professionale come pianista alla Städtische Oper di Berlino, mentre in parallelo studiava composizione con Boris Blacher ed Ernst Pepping. Autore di un vasto catalogo di composizioni per orchestra, musica da camera e Lied, è come compositore operistico che ottiene la fama internazionale, in particolare con Lear, l’opera che debutta a Monaco di Baviera nel 1978 con protagonista Dietrich Fischer-Dieskau e viene eseguita in seguito in più di 40 teatri in tutto il mondo (compreso a Torino nel 2001 in un allestimento con la regia di Luca Ronconi) imponendosi come uno delle opere più importanti del secondo dopoguerra. Seguono altre opere molto spesso nate da soggetti letterari, come Die Gespenstersonate del 1984 da Strindberg (come la sua prima opera Ein Traumspiel del 1965), Troades del 1986 da Euripide, Das Schloss del 1992 da Kafka, Bernarda Albas Haus del 2000 da García Lorca, Medea  del 2010 da Franz Grillparzer fino all’ultima opera L’invisible  del 2017 da Maeterlinck. Nonostante il rilievo dell’opera nel suo catalogo, Reimann sottolineava: “per me non fa davvero differenza se scrivo un pezzo per orchestra puro e astratto o un’opera. Un’orchestra è un’orchestra, il pensiero musicale è lo stesso.”

La lunga carriera non è stata povera di riconoscimenti. Fra questi, il prestigioso Musikpreis della Fondazione Ernst von Siemens nel 2011 e il premio Der Faust”  alla carriera nel 2018, oltre all’Ordine al merito dello Stato di Berlino nel 1988 e la Croce federale al merito nel 1995.

 

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