La Scala riparte da Verdi
Sarà Forza del destino ad inaugurare la stagione 2024/25
Non è mai successo che a una presentazione di stagione, la Scala potesse vantare un bilancio in così ottima salute, ma coi vertici del teatro ancora "fra color che son sospesi". Perché il sovrintendente Dominique Meyer, in scadenza a febbraio 2025 ha avuto l'offerta di una proroga fino al 1° di agosto 2025, che però non ha ancora accettato, mentre Fortunato Ortombina risulta sovrintendente designato dal 1° settembre di quest'anno. Più chiara la posizione di Riccardo Chailly direttore musicale in carica fino al 2025 (assicurate due inaugurazioni del 7 dicembre), a succedergli è stato indicato Daniele Gatti, ma la nomina ufficiale dipenderà da Ortombina quando sarà formalmente in carica. Quanto al direttore del Corpo di ballo Manuel Legris, non avendo avuto notizia sul suo contratto, si considera in scadenza l'anno prossimo.
Nell'introduzione di prammatica, affidata all'assessore alla cultura Tommaso Sacchi in mancanza del sindaco, la sola citazione del nome Meyer ha scatenato tali applausi nel foyer del teatro da vanificare quasi ogni parola di rito. Segno di grande apprezzamento, ma anche di polemica per come si sono svolte le poco rituali trattive per le nuove nomine.
Dominique Meyer ha poi inziato il suo intervento rispondendo a una domanda non posta: "Sto bene, sono sereno, sono felice e giulivo" e ha illustrato le tante iniziative andate in porto o ancora in essere del suo lavoro di sovrintendente, che per sua stessa ammissione ha in parte messo in ombra quello di direttore artistico. Per la prima volta è stato distribuito alla stampa il bilancio del teatro, di cui Meyer si è detto giustamente fiero, ricordando come il sostegno finanziario privato (pari a 44 milioni di euro) sia stato fondamentale, anche per interrompere la pessima abitudine di svendere a prezzo di favore i biglietti all'ultimo minuto. Con grave danno agli abbonamenti, che per fortuna hanno finalmente la quota dovuta. Oltre a questo, altri i fiori all'occhiello della sua sovrintendenza: la conclusione a tempo di record dei lavori dell'ampliamento degli ufici e della sala prove in via Verdi, il via a quelli del Rubattino che ospiterà tutto l'apparato tecnico e gli archivi del teatro, il risparmio energetico del 20%, l'utile 2023 di sette milioni di euro e l'accantonamento di altri cinque per i lavori al Rubattino. Il sovrintendente ha infine sottolineato come la Scala non abbia dimenticato la contemporanea; il 27 aprile è prevista la nuova opera di Francesco Filidei Nel nome della rosa, con la regia di Damiano Micheletto, mentre dopo il successo di Madina nella stagione 2026-27 il teatro ha commissionato a Fabio Vacchi una composizione per coro e orchestra, titolo da definire.
Di seguito Chailly ha segnalato gli unici suoi due impegni operistici. A maggio la ripresa di Die Sieben Todsünden e Mahagonny-Songspiel di Kurt Wieil (che nel 2021 aveva avuto una sola esecuzione causa Covid) a cui si aggiungerà Happy end dello stesso autore. E naturalmente l'inaugurazione di stagione il 7 dicembre con La forza del destino di Verdi, con Anna Netrebko e la regia di Leo Muscato. Per la stagione sinfonica il maestro sarà di nuovo sul podio a febbraio per l'Ottava di Bruckner, col finale ricostruito da John A. Phillips.
La stagione è stata illustrata dallo stesso Meyer, in prima battuta le nuove produzioni. L'inizio della Tetralogia wagneriana diretta da Christian Thielemann (febbraio e giugno), con la regia di David McVicar, con Die Walküre e Siegfried (la prima gionata, Rheingold, spostata alla stagione 26-27 con Götterdämmerung secondo la disponibilità degli interpreti); Evgenij Onegin di Čajkovskij a febbraio, diretto da Timur Zangief e la regia di Mario Martone; ad aprile la barocca Opera seria di F. L. Gassmann, che propone il divertente gioco dell'opera nell'opera, diretta da Christophe Rousset, per la regia di Laurent Pelly; Norma di Bellini, diretta da Fabio Luisi, con Marina Rebeka e la regia di Olivier Py; Così fan tutte diretta da Alexander Soddy (già assistente di Thielemann), spettacolo firmato da Robert Carsen, che affronta per la prima volta l'opera di Mozart. Due riprese di allestimenti storici: Falstaff firmata da Strehler-Frigerio alla Scala, diretta da Daniele Gatti e La fille du régiment di Donizetti nell'edizione di Lautrent Pelly che ha girato mezzo mondo, diretta da Evelino Pidò. Inoltre Tosca firmata da David Livermore, diretta da Michele Gamba, che come ha ricordato Meyer, sta diventando una preziosa presenza alla Scala, in quanto chiamato il prossimo 25 giugno a sostituire Daniel Harding, sul podio di Turandot, con la regia di Livermore. E infine l'edizione di Rigoletto firmata da Mario Martone, diretta da Marco Armiliato e della Cenerentola di Rossini affidata all'Accademia della Scala, che riprende l'allestimento di Ponnelle.
Per la stagione sifonica e le orchestre ospiti, dai Wiener alla Staatskappelle di Dresda, dalla London a Santa cecilia è da consultare teatroallascala.org.
Se hai letto questa news, ti potrebbero interessare anche
Tra i suggestivi mercatini e altre iniziative natalizie, il 21 dicembre il concerto “Sweet Christmas Suite”
In collaborazione con Comune di Clusone
Armonia la card che avvicina alla musica classica
News in collaborazione con la Città di Torino e Sistema Musica
Dal 4 al 6 dicembre all'Accademia Chigiana il convegno “Performing Classics Today. The role of the performer in the actualization of music”