La nuova stagione d’opera a Berlino
A Berlino presentati i programmi della Staatsoper Unter den Linden e della Deutsche Oper
Ricca ma soprattutto di riprese la nuova stagione della Staatsoper Unter den Linden, rimasta orfana del suo storico direttore musicale Daniel Barenboim. Fra mito e storia, romanticismo e realismo, sogno e realtà, ma anche tra parola e assenza di parole le coordinate scelte dal teatro per i nuovi titoli in cartellone, che saranno aperti il 3 ottobre da Aida di Giuseppe Verdi con la direzione di Nicola Luisotti, la regia di Calixto Bieito e Marina Rebeka, Yusif Eyvazov, Elīna Garanča nel cast. Il 19 novembre sarà la volta di Médée di Marc-Antoine Charpentier con protagonista Magdalena Kožená e la direzione di Simon Rattle presentata nel quadro dei “Barocktage”, che segnerà il debutto del regista Peter Sellars nel teatro berlinese in una produzione che avrà le scene del grande architetto Frank O. Gehry. Il 4 febbraio è prevista la prima di Rusalka di Antonín Dvořák in un nuovo allestimento firmato da Kornél Mundruczó con la direzione di Robin Ticciati e Christiane Karg protagonista. Il 2 giugno vedrà il debutto di Chovanščina di Modest Mussorgsky nella nuova produzione firmata da Claus Guth con la direzione di Simone Young. Infine, una prima assoluta chiuderà il cartellone il 30 giugno: Melancholie des Widerstands (Melancolia della resistenza) di Marc-André Dalbavie su un libretto di Guillaume Métayer in collaborazione con David Marton, che firmerà anche la regia dello spettacolo, tratto dal romanzo dello scrittore ungherese László Krasznahorkai. L’opera, che sarà diretta da Marie Jacquot, completa idealmente la trilogia con Violet Snow di Beat Furrer e Sleepless di Peter Eötvös, presentate nelle stagioni recenti del teatro. Due prime assolute anche nel cartellone dello spazio LINDEN 21. Il 7 ottobre apre Don’t You Nomi?, dedicato al cantante e performer Klaus Nomi da Julia Lwowski, che firma anche la regia, con la partecipazione del controtenore Nils Wanderer accompagnato da Roman Lemberg al pianoforte e sintetizzatore. Dal 6 gennaio The Timeless Moment presenterà varie composizioni pianistiche di Claude Debussy oltre a Territoires de l’oubli di Tristan Murail. L’allestimento firmato da Silvia Costa promette di immergere il pubblico nel mondo delle tenebre per vivere la musica con tutti i sensi.
Si apre nel segno di Giacomo Puccini e del suo Trittico la stagione dei nuovi allestimenti della Deutsche Oper. Sul podio salirà il direttore musicale del teatro Donald Runnicles mentre a curare la regia sarà Pınar Karabulut, già molto apprezzato per l’allestimento di Greek nel parcheggio del teatro in piena crisi pandemica. La tradizionale attenzione riservata al teatro al repertorio contemporaneo, messa da parte per ora l’annunciata nuova opera di Aribert Reimann, si manifesterà in due nuove produzioni: Written on Skin di George Benjamin riproposta nell’allestimento di Katie Mitchell per il debutto dell’opera al Festival di Aix-en-Provence e con la direzione di Marc Albrecht (dal 27 gennaio), e Nixon in China di John Adams presentato in un nuovo allestimento di Franziska Kronfoth and Julia Lwowski e la direzione musicale di Daniel Carter (dal 22 giugno). Il resto del cartellone prevede Anna Bolena di Gaetano Donizetti con la coppia Federica Lombardi e Vasilia Berzhanskaya in un nuovo allestimento firmato da David Alden e la direzione di Enrique Mazzola (dal 15 dicembre), una nuova Dama di picche di Pëtr Il'ič Čajkovskij con la regia di Sam Brown (al posto del previsto Graham Vick), la direzione di Sebastian Weigle e con Martin Muehle e Sondra Radvanovsky nel cast (dal 9 marzo). Ultima novità del cartellone sarà Intermezzo di Richard Strauss con la direzione di Donald Runnicles e la regia di Tobias Kratzer, che prosegue così il suo ciclo dedicato al compositore bavarese dopo la recente Arabella (dal 25 aprile). Nello spazio di ricerca dello Tischlerei si apre la stagione il 27 settembre con una produzione del duo di artisti Gamut Inc con il RIAS Kammerchor, cioè Zeroth Law - Das Nullte Gesetz che sviluppa il tema di una possibile coesistenza tra l’uomo e la macchina, con voci umane e musica generata dall’orchestra robotica della Stichting Logos Gent. Il 17 febbraio verrà presentato il documentario Beta di Christiane Mudra, che intende far luce sul potenziale degli strumenti digitali e sui rischi che derivano dall’uso non trasparente dei dati e dagli interessi dei giganti tecnologici. In programma anche il nuovo lavoro di Darya Maminova il 21 giugno in coproduzione con la Münchener Biennale.
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