La Monnaie cambia strategia per il suo cartellone
Bruxelles: presentata la prossima stagione nel segno delle nuove creazioni e del basso impatto ambientale
Abituati ormai da anni a programmazioni tematiche, il direttore della Monnaie Peter de Caluwe ha svelato invece che a partire dalla prossima stagione “l’architettura” cambia: non più un filo conduttore d’attualità, ma lavori molto diversi tra loro raggruppati in unità – trittici e dittici – di approfondimento e innovazione, momenti di tensione alta che visivamente sono stati rappresentati nella grafica del nuovo cartellone con testi vibranti, deformati dalla tensione. Due nuove creazioni mondiali in autunno per cominciare, poi due opere intorno a Giovanna D’Arco, tra cui quella di Verdi; un nuovo approccio alla trilogia Mozart-Da Ponte in primavera; e tra gli altri titoli principali Les Contes d’Hoffman come spettacolo di fine d’anno, la Dama di Picche di Cajkovskij e Der Rosenkavalier di Richard Strauss. Cajkovskij e Richard Strauss a cui saranno inoltre dedicati molti dei Concerti della nuova programmazione, quasi tutti diretti da Alain Altinoglu, direttore musicale della Monnaie. Un cartellone che si vuole oltretutto il più possibile “verde”, con bassa impronta ecologica, la Monnaie perseguendo il suo sforzo per delle produzioni all’insegna, da una parte del riciclo e dalla messa al bando il più possibile di prodotti chimici, dall’altra con un’attenzione particolare a come favorire una mobilità senza auto verso il teatro sia del personale che del pubblico. Anche questo aspetto è, e sarà, un elemento decisivo delle prossime programmazioni.
La stagione 2019-2020 si aprirà dunque il 20 settembre con la prima mondiale di Macbeth Underworld, una nuova creazione in collaborazione con l’Opera Comique di Parigi, del compositore francese Pascal Dusapin su un libretto in otto capitoli di Frédérique Boyer ispirato all’opera di Shakespeare. Seguirà la prima mondiale di un altro compositore francese, ma dell’ultima generazione, Benjamin Attahir, che firma la musica anticipata come ricca di atmosfere di mistero e suspense di Le Silence des Ombres con un libretto tratto dai Tre piccoli drammi per marionette, lavoro del 1894 del simbolista belga, premio Nobel per la letteratura nel 1911, Maurice Maeterlinck. Una terza nuova produzione, in collaborazione con l’Opera di Varsavia, sarà poi proposta a febbraio con Moniuszko à Paris, un lavoro dedicato al musicista polacco Stanislaw Moniuszko per celebrare i 200 anni della sua nascita, composto, nella forma di un melodramma gioioso da Andrzej Kwiecinski e che andrà in scena nella Sala Malibran dell’Atelier della Monnaie.
Mai rappresentata prima nel teatro di Bruxelles, la Giovanna d’Arco di Verdi sarà data in versione di concerto, con la direzione musicale di Giuliano Carella e nel ruolo del titolo Salome Jicia che debutta nella parte; a seguire, l’oratorio drammatico Jeanne d’Arc au bucher di Arthur Honegger nell’interpretazione registica di Romeo Castellucci, lavoro creato nel 2017 per l’Opéra di Lione, sul podio il maestro Kazushi Ono.
Les Contes d’Hoffmann chiuderanno il 2019 nell’ultima versione proposta da Jean-Christofe Keck, essendo l’opera rimasta incompleta per la morte di Offenbach, dopo i nuovi studi cominciati nel 2010 a seguito della scoperta di alcuni spartiti manoscritti inediti. La regia sarà del polacco Krzysztof Warlikowski, nel ruolo del protagonista si alterneranno i tenori Eric Cutler e Enea Scala mentre i ruoli femminili principali (Stella, Olympia, Antonia e Giulietta) saranno tutti interpretati da un unico soprano, in alternanza Nicole Chevalier e Patricia Petibon, che hanno accolto la sfida di assumersi registri che vanno da quello di coloratura spinta a quello di soprano drammatico e mezzo.
Grande attesa poi per la trilogia Mozart Da Ponte – Le nozze di Figaro, Cosi fan tutte e Don Giovanni – che pur rappresentate singolarmente sono pensate per essere viste in successione tutte e tre, con rimandi sin dalla prima opera alle successive e differenziazioni della scena soprattutto per via dei colori- rispettivamente blu, giallo e rosso dominanti – e un cast unitario che assume più ruoli. Un progetto ambizioso, realizzato in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, affidato per la regia e la parte visuale al duo Clarac&Deloeuil, sul podio Antonello Manacorda in alternanza con il maestro Ben Glassberg, nelle parti di Figaro/Leporello il basso-baritono Robert Gleadow, in quelle del Conte di Almaviva/ Don Giovanni il baritono Björn Bürger e come Zerlina/Susanna Sophia Burgos.
Dopo 14 anni, torna alla Monnaie la Dama di Picche in una produzione firmata dall’ungherese David Marton, sul podio la direttrice d’orchestra Nathalie Stutzmann e con Anne Sofie von Otter nel ruolo del titolo. Per finire a giugno il regista Damiano Michieletto proporrrà la sua versione onorica del Der Rosenkavalier con nella parte della Marescialla Sally Matthews al debutto nel ruolo.
Tra i concerti, da segnalare la serata americana Rhapsody, primo appuntamento del 2020 e una Via Crucis per coro diretta da Martino Faggiani. Tra i recital, da non perdere quello del soprano belga sempre più brava Jodie Devos. Per la danza infine la riproposizione di balletti di Anne Teresa De Keersmaeker (non nuovi perché la coreografa belga è al momento impegnata a creare la sua versione di West Side Story per Broadway), di Sidi Larbi Cherkaoui e Sasha Waltz.
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