Keith Warner lascia Copenhagen
Le dimissioni a causa del pesanti tagli imposti all'Opera Reale Danese
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A qualche mese dal suo insediamento, Keith Warner (nella foto) ha annunciato ieri le dimissioni dall'incarico di direttore artistico dell'Opera Reale Danese di Copenhagen, che avrebbe dovuto mantenere fino al 31 luglio 2014. Il regista inglese lascia dopo essersi battuto invano contro i pesanti tagli di 100 milioni di corone circa (circa 13 milioni e mezzo di euro) e di un centinaio di posti di lavoro (di cui 16 artisti del coro) annunciati dal Teatro Reale alla fine dello scorso anno: «È con immensa tristezza che mi trovo obbligato a dare le dimissioni dal mio incarico all'Opera Reale Danese. - ha detto Warner ieri nel corso di un evento organizzato dallo staff del teatro - Una combinazione di fattori, resa acuta dai devastanti tagli al budget decisi recentemente, mi hanno convinto a maturare un senso di impossibilità a realizzare i miei grandi sogni per questa istituzione. Ci separiamo comunque da amici. Il talento della compagnia è superiore a qualsiasi paragone e la dedizione di tutto lo staff è irreprensibile. Sono certo che continueremo a costruire percorsi di riavvicinamento in futuro».
Nonostante i toni concilianti, si tratta di una sconfitta amara per Warner - che in un'intervista rilasciata in occasione del suo insediamento nel teatro danese dichiarava: «La più grande sfida è convincere la gente che la cultura conta. Che vale la pena spenderci soldi e tempo. Che la cultura è una forza sociale orientata al bene, non un intrattenimento passivo.» - ma soprattutto per il massimo teatro d'opera danese, costretto da una severa politica di austerità a rivedere le ambizioni di affermarsi nel panorama dei grandi teatri internazionali, già evidenti dal trasferimento nel 2005 nel grandioso edificio progettato da Henning Larsen sulla sponda dell'Holmens Kanal, interamente finanziato dalla fondazione intitolata all'armatore Arnold Peter Møller e alla moglie Chastine Mc-Kinney Møller (circa 400 milioni di euro). Con Warner, lascerà l'incarico anche il suo attuale consulente artistico, il trentenne direttore ceco Jakub Hrůša, che ha anche annunciato la sua indisponibilità ad assumere la carica di direttore musicale del teatro, che avrebbe dovuto assumere nel 2013. In attesa di una nuova nomina alla direzione artistica, Sven Müller, attuale vice di Warner, reggerà le sorti del teatro.
Stefano Nardelli
Nonostante i toni concilianti, si tratta di una sconfitta amara per Warner - che in un'intervista rilasciata in occasione del suo insediamento nel teatro danese dichiarava: «La più grande sfida è convincere la gente che la cultura conta. Che vale la pena spenderci soldi e tempo. Che la cultura è una forza sociale orientata al bene, non un intrattenimento passivo.» - ma soprattutto per il massimo teatro d'opera danese, costretto da una severa politica di austerità a rivedere le ambizioni di affermarsi nel panorama dei grandi teatri internazionali, già evidenti dal trasferimento nel 2005 nel grandioso edificio progettato da Henning Larsen sulla sponda dell'Holmens Kanal, interamente finanziato dalla fondazione intitolata all'armatore Arnold Peter Møller e alla moglie Chastine Mc-Kinney Møller (circa 400 milioni di euro). Con Warner, lascerà l'incarico anche il suo attuale consulente artistico, il trentenne direttore ceco Jakub Hrůša, che ha anche annunciato la sua indisponibilità ad assumere la carica di direttore musicale del teatro, che avrebbe dovuto assumere nel 2013. In attesa di una nuova nomina alla direzione artistica, Sven Müller, attuale vice di Warner, reggerà le sorti del teatro.
Stefano Nardelli
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