A Jesi la scelta è tra Butterfly, Carmen e Turandot

A Jesi dal 18 ottobre la stagione lirica della Fondazione Pergolesi Spontini, con tre modelli femminili

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Jesi - fondazione Pergolesi Spontini
Foto di Stefano Binci

Appena concluso il festival, la Fondazione Pergolesi Spontini riapre il sipario del Teatro Pergolesi di Jesi con la stagione lirica, dal 18 ottobre al 22 dicembre.

Tre i titoli tratti dal grande repertorio, icone di altrettanti tipi femminili: Butterfly, la donna fedele, Carmen, la ribelle che rifiuta ogni vincolo, Turandot, la donna affascinante e irraggiungibile. Attorno a questi titoli è nato l’estate scorsa un singolare progetto, intitolato Io sono l’opera. L’opera lirica è parte di noi e della nostra città, pensato per cercare i volti di una innovativa campagna di comunicazione, che si è realizzata sui social media ma anche nelle pubbliche affissioni e nelle vetrine della città. «E tu, che tipo di donna sei?» era la domanda rivolta alle donne di Jesi, invitate ad esprimere il proprio temperamento in un set fotografico.

Delle 32 donne di varia età ed estrazione che si sono lasciate fotografare da Francesca Tilio, 11 si sono sentite “Carmen”, 12 hanno scelto “Madama Butterfly”, e 9 sono state le “Turandot”; dalla galleria fotografica sono stati selezionati i volti per i manifesti delle opere della stagione lirica.

Fondazione Pergolesi Spontini

Apre la stagione Butterfly, debutto della nuova produzione della Fondazione in coproduzione con Teatro Comunale di Treviso e Teatro Comunale di Ferrara. L’allestimento della Romanian National Opera di Cluj-Napoca è stato realizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini. A dirigere l’opera sarà David Crescenzi; firma la regia Matteo Mazzoni, accanto a Benito Leonori per le scene e a Patricia Toffolutti per i costumi. 

Altro debutto jesino sarà Carmen, coprodotta con Opéra-Théâtre de Metz Métropole, Opéra de Massy, Opéra de Reims, Centre lyrique Clermont Auvergne, e Fondazione Rete Lirica delle Marche. Sul podio Beatrice Venezi, mentre la regia sarà di Paul-Émile Fourny e le scene di Benito Leonori.

 Per Turandot ci si avvarrà invece di un allestimento di successo, quello curato per la regia, le scene e i costumi da Pierluigi Pizzi per lo Sferisterio di Macerata nel 2006, ripreso a Catania nel 2016 e a Rovigo a gennaio 2019, naturalmente con gli opportuni adattamenti per i teatri al chiuso. La direzione musicale è affidata a Pietro Rizzo

L’orchestra impegnata per le tre produzioni sarà la FORM- Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, mentre sul palcoscenico si avvicenderanno i tre cori della regione, il coro lirico “Vincenzo Bellini”, il “Ventidio Basso” di Ascoli Piceno e il “Mezio Agostini” di Fano. 

 Il cartellone si completa con la prima rappresentazione assoluta della “CircOpera lunare” Il lato nascosto, produzione della Fondazione in collaborazione con El Grito Circo Contemporaneo all’antica e Bernstein School of Musical Theater. Lo spettacolo, con la regia di Giacomo Costantini, le scene di Benito Leonori e i costumi di Beatrice Giannini, è un format già sperimentato della Fondazione Pergolesi Spontini (ricordiamo gli spettacoli presentati nelle passate edizioni dedicati a Bach e a Rossini) che coniuga la tradizione operistica italiana con la tradizione musicale del circo, per la prima volta quest’anno in dialogo con artisti e forme del musical. Le musiche di Beethoven, Puccini, Dvorak, Debussy ed originali, sono composte e ricomposte da Marco Attura, che dirigerà il Time Machine Ensemble

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