Il futuro dell'Opera di Roma
Presentata la nuova stagione
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Superato più rapidamente del previsto il trauma dell'addio di Riccardo Muti (che resta direttore onorario a vita, ma non tornerà sul podio del teatro in un prossimo futuro, come ha lasciato chiaramente intendere il sovrintendente Carlo Fuortes, smentendo definitivamente voci sempre ricorrenti), l'Opera di Roma ha annunciato per il 2015/2016 una programmazione vivace e interessante. La prossima stagione prende l'avvio il 27 novembre con The Bassarids di Henze, che giunge a Roma a cinquant'anni dalla prima assoluta: una scelta che appare disinibita e perfino coraggiosa in un paese - il nostro - dove basta non inaugurare con Verdi per far aggrottare qualche sopracciglio. Sarà in un nuovo allestimento di Mario Martone, con la direzione di Stefan Soltesz. Il repertorio arriva subito dopo, con la ripresa delle Tosca nell'edizione Renzetti/Tallevi già proposta qualche mese fa. All'insegna del repertorio anche i primi due spettacoli del 2016, che fanno parte di un progetto denominato "Rossini a Roma: 200 anni", con cui si intende ricordare le prime del Barbiere di Siviglia e della Cenerentola, avvenute a Roma rispettivamente nel 1816 e 1817. Si tratta di due nuovi allestimenti: quello della Cenerentola è firmato da Emma Dante (da tener d'occhio anche il ritorno sul podio dell'Opera del giovane Alejo Pérez), quello del Barbiere da Davide Livermore. Inoltre Opera Camion porterà in varie piazze romane una versione ridotta del Barbiere. A marzo va in scena Benvenuto Cellini di Berlioz, una rarità, che però a Roma manca da non molti anni: è un nuovo allestimento coprodotto con Londra e Amsterdam e affidato a Terry Gilliam (nella foto), il celebre regista e scenografo cinematografico; sul podio Roberto Abbado. A quest'opera, che esige molto dalle masse artistiche e tecniche del teatro, segue un altro spettacolo molto impegnativo, che oggi i teatri mettono in cartellone raramente, perché è formato da tre opere diverse che pongono problemi molto diversi: si tratta, chiaramente, del Trittico di Puccini, diretto da Daniele Rustioni, con un allestimento di Damiano Michieletto che arriva da Copenaghen e Vienna. Dopo sedici recite di Traviata (nuovo allestimento di Paul Curran e direzione di Jader Bignamini), la prima parte della stagione si chiude con Linda di Chamonix, che manca all'Opera da sessant'anni: dirige Riccardo Frizza e la regia è di Emilio Sagi. Dopo la stagione estiva alle Terme di Caracalla (Aida, Barbiere, Butterfly e il balletto Romeo e Giulietta) a settembre si torna al Costanzi per Dido and Aeneas nell'allestimento berlinese di Sasha Waltz. Un ballo in maschera chiude la stagione a ottobre, con Jesus Lopez-Cobos sul podio e Leo Muscato alla regia. Quattro gli spettacoli di balletto scelti dal direttore del corpo di ballo Eleonora Abbagnato: Schiaccionaci con coregrafia di Giuliano Peparini, un serata Balanchine - Millepied - Forsythe - Nureyev, Le Parc di Angelin Preljocaj e Lago dei Cigni coreografato da Christopher Wheeldon.
In definitiva è una stagione abbastanza tradizionale ma allo stesso tempo ricca di novità, soprattutto in campo registico, con vari debutti in loco, da Gilliam a Michieletto. Per i direttori si sono giustamente richiamate alcune bacchette che avevano fatto bene negli scorsi anni, come Soltesz, Pérez, Lopez-Cobos e il giovane Bignamini, mentre un altro giovane, Rustioni, farà il suo debutto all'Opera. Tra i cantanti mancano (e non se ne sente la mancanza) le star del momento, ma i cast sono solidi e presentano un'accorta miscela di nomi affermati e di giovani già sperimentati. Citiamo qualche nome alla rinfusa: Violeta Urmana, Francesco Meli, Anna Pirozzi, Alessandro Corbelli, Chiara Amarù, Roberto Frontali, Elena Mosuc, Francesca Dotto, Jessica Pratt. Un'ottima notizia è la creazione di una stagione sinfonica, con nove concerti, ognuno dei quali allineerà un pezzo del diciannovesimo secolo (i cinque Concerti per pianoforte di Beethoven e le quattro Sinfonie di Brahms), uno del ventesimo e uno del ventunesimo. E' stata annunciata anche la creazione d'un festival internazionale del teatro musicale, la cui prima edizione si svolgerà nel maggio-giugno del 2016, che presenterà tra l'altro Proserpina di Wolfgang Rihm, compositore in residence del teatro, e un'opera di Heiner Goebbels.
Mauro Mariani
In definitiva è una stagione abbastanza tradizionale ma allo stesso tempo ricca di novità, soprattutto in campo registico, con vari debutti in loco, da Gilliam a Michieletto. Per i direttori si sono giustamente richiamate alcune bacchette che avevano fatto bene negli scorsi anni, come Soltesz, Pérez, Lopez-Cobos e il giovane Bignamini, mentre un altro giovane, Rustioni, farà il suo debutto all'Opera. Tra i cantanti mancano (e non se ne sente la mancanza) le star del momento, ma i cast sono solidi e presentano un'accorta miscela di nomi affermati e di giovani già sperimentati. Citiamo qualche nome alla rinfusa: Violeta Urmana, Francesco Meli, Anna Pirozzi, Alessandro Corbelli, Chiara Amarù, Roberto Frontali, Elena Mosuc, Francesca Dotto, Jessica Pratt. Un'ottima notizia è la creazione di una stagione sinfonica, con nove concerti, ognuno dei quali allineerà un pezzo del diciannovesimo secolo (i cinque Concerti per pianoforte di Beethoven e le quattro Sinfonie di Brahms), uno del ventesimo e uno del ventunesimo. E' stata annunciata anche la creazione d'un festival internazionale del teatro musicale, la cui prima edizione si svolgerà nel maggio-giugno del 2016, che presenterà tra l'altro Proserpina di Wolfgang Rihm, compositore in residence del teatro, e un'opera di Heiner Goebbels.
Mauro Mariani
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