Il Festival delle Nazioni è dedicato alla Russia

Dal 22 al 29 agosto a Città di Castello e altre località dell’alta valle del Tevere il Festival delle Nazioni 2020

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Dmitry Shishkin (foto di Dina Yakuschevich) Festival delle Nazioni 2020
Dmitry Shishkin (foto di Dina Yakuschevich)

Nonostante la pandemia, il Festival delle Nazioni, forte di una direzione rinnovata ai suoi vertici, con Leonardo Salcerini presidente e Pier Giorgio Lignani vicepresidente, conferma il suo ruolo e la sua vitalità e propone un programma di alto livello, seppur limitato ad otto spettacoli in altrettanti giorni, più alcuni eventi collaterali. Questa cinquantatreesima edizione sarà dedicata alla Russia e, come spiega il direttore artistico Aldo Sisillo, «prenderà in particolare considerazione il periodo della cosiddetta età d’argento della Russia, che comprende circa trent’anni a cavallo fra Ottocento e Novecento: anni formidabili per i fermenti culturali e artistici che si verificarono in Russia così come nel resto d’Europa, dove ribollivano le premesse che porteranno alla grande tragedia della prima guerra mondiale e metteranno fine all’ordine politico ottocentesco».

Si andrà dai tardoromantici come Rachmaninov ai simbolisti come Skrjabin e Medtner e ai modernisti come Prokof'ev. Proprio questi autori, più l’imprescindibile Čajkovskij, saranno i protagonisti del concerto inaugurale di Dmitry Shishkin, uno dei pianisti più apprezzati della sua generazione, il 22 al Teatro degli Illuminati di Città di Castello. Il giorno dopo Pierino e il lupo di Prokof’ev sarà raccontato dall'attore Silvio Orlando e accostato al Carnevale degli animali di Saint-Saëns, con la giovane Alicia Galli sul podio della Filarmonica Gioachino Rossini di Pesaro. Si prosegue con un recital lirico del soprano Maria Komarova, che proporrà pagine di Rachmaninov, Kjui, Arenskij, Čajkovskij e Rimskij-Korsakov. Un atteso ritorno è quello del giovane Quartetto Werther, che lo scorso anno ha vinto il Concorso nazionale Alberto Burri, che si svolge nell’ambito del festival da appena tre anni (la pandemia ha purtroppo costretto ad annullare l’edizione 2020) ed ha già conquistato notevole prestigio, anche perché i vincitori delle due ultime edizioni si sono aggiudicati il prestigioso Premio Piero Farulli della critica musicale italiana per il miglior giovane gruppo cameristico dell’anno.

Non può mancare l’omaggio ad uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi e di tutti i paesi, in occasione dei duecentocinquanta anni dalla nascita: ci riferiamo ovviamente a Beethoven, cui sarà dedicato un originale concerto dell’oboista Omar Zoboli e del fortepianista Giorgio Cerasoli, intitolato ... e nel salottino di Beethoven apparve un oboe!

Si ritorna alla Russia con la conferenza musicale dedicata a Nikolai Medtner da Luigi Ferrari, con esempi musicali della pianista Costanza Principe. A chiudere il Festival sarà il duo composto da due fratelli, la giovane stella del violino Kirill Troussov e la pianista Alexandra Troussova che eseguiranno Čajkovskij, Schnittke e Prokof’ev. Un ulteriore motivo d’interesse di questo concerto è che Troussov suonerà il famoso Stradivari "Brodsky", sul quale fu eseguito per la prima volta il Concerto per violino di Čajkovskij.

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Il concerto sarà trasmesso domenica 22 dicembre in diretta su Rai 1 dopo l’Angelus da San Pietro