È deciso: Salisburgo si farà
Fra il 1 e il 30 agosto a Salisburgo ci sarà un festival in formato ridotto, mentre l’edizione del centenario è rinviata al 2021
È ufficialmente confermato: il Festival di Salisburgo si farà, anche se in una forma modificata e ridotta a causa delle misure di contenimento del contagio da coronavirus. L’inaugurazione è prevista il 1 agosto, quindi qualche giorno in ritardo sulle data prevista, e si chiuderà il 30 agosto, riducendo a 30 giorni la durata rispetto ai 44 inizialmente previsti. La decisione è stata presa del Consiglio di indirizzo del Festival che ha anche approvato i programmi del festival, dopo aver sentito il Ministro della Salute Rudolf Anschober e il Sottosegretario di Stato per la Cultura Andrea Mayer presentare le misure decise dal governo in materia di manifestazioni culturali e dunque definire il perimetro di azione.
Occorrerà aspettare fino all’estate del 2021 per il programma previsto per festeggiare il primo centenario del festival. Rinviata anche l’apertura della grande mostra prevista per il centenario, che aprirà alla fine di luglio per chiudere i battenti alla fine di agosto 2021. Il programma sostitutivo varato per la prossima estate, che sarà presentato in dettaglio all’inizio di giugno, prevede circa 90 rappresentazioni in al massimo 6 diverse sedi rispetto alle 200 previste su 16 location. Nonostante la drastica riduzione nel numero degli eventi, i responsabili sottolineano come si tratti di un programma artisticamente significativo e economicamente giustificabile. Il direttore artstico Markus Hinterhäuser: “È doloroso per me essere obbligato a cancellare le esibizioni di così tanti artisti quest’anno, quando abbiamo sviluppato le costellazioni del programma speciale con molti di loro. Tuttavia, sono lieto di avere l’opportunità di mandare un segnale potente e vibrante per le arti con questo nuovo programma.”
Nonostante la soddisfazione nel riuscire comunque a portare in porto una fra le manifestazioni internazionali più prestigiose dell’estate musicale, non si nascondono le perdite ingenti: gran parte dei 180 mila biglietti già venduti per un incasso di 24,5 milioni di euro dovranno infatti essere rimborsati e comunque la disponibilità di posti per l’edizione 2020 sarà sostanzialmente inferiore.
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