Due “prime volte” alle Muse di Ancona
Die Zauberflöte e La tragédie de Carmen di Bizet/Brook saranno i titoli della stagione lirica anconetana
La Fondazione Teatro delle Muse di Ancona propone per la prossima stagione lirica, diretta da Vincenzo de Vivo, due nuove produzioni, entrambe per la prima volta sul palcoscenico del grande teatro del capoluogo marchigiano. Si tratta di Die Zauberflöte di W.A. Mozart (29 settembre, 1 ottobre) e La tragédie de Carmen di Marius Constant, Jean–Claude Carrière e Peter Brook, da Carmen di Georges Bizet (13, 15 ottobre).
Due titoli lontani nel tempo e nelle tematiche, ma accomunati dalla coesistenza di canto e recitazione. Se per l’opera mozartiana infatti la struttura è quella dello singspiel, per La tragédie de Carmen ugualmente il riferimento strutturale è all’opéra comique, genere a cui appartiene anche l’opera di Bizet, e alla sua tipica commistione di prosa e musica. Nata da un’idea di Peter Brook e andata in scena nel 1981 al Théâtre des Bouffes du Nord di Parigi, da lui diretto per oltre trent’anni, La tragédie de Carmen nacque dalla collaborazione con Jean-Claude Carrière, che rivisitò il libretto utilizzato da Bizet, e con Marius Constant, che ridusse la partitura bizetiana da quattro atti ad un atto unico (durata circa 90 minuti) e l’organico originale ad una orchestra da camera di 15 elementi. Constant e Carrière inoltre eliminarono le scene corali mantenendo le arie principali: ne nacque un lavoro sfrondato dei tratti di colore e focalizzato invece sugli aspetti più crudi della storia, sui conflitti e sulle vicende sentimentali vissuti dai quattro protagonisti (Carmen, Micaela, Don Josè ed Escamillo) che sono anche gli unici ad avere parti cantate. Rispetto a Bizet risulta anche variata la trama, più aderente per alcuni aspetti alla novella di Prosper Mérimée, fonte del libretto intonato da Bizet: ad esempio Don José si macchia di duplice omicidio, uccidendo prima Zuniga e poi il marito di Carmen (personaggio inesistente in Bizet) e Escamillo muore nell’arena. D’altra parte Carrière mantiene il personaggio di Micaela, non presente nella novella.
Da questo allestimento due anni dopo Brook ricavò un film dallo stesso titolo, operazione che ripeterà nel 2002 con il film The tragegy of Hamlet, da una pièce teatrale data anch’essa ai Bouffes du Nord nel 2000.
Per gli allestimenti anconetani delle due opere saliranno sul podio dell’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”: Giuseppe Montesano, dirigerà l’opera mozartiana, mentre il secondo titolo è affidato alla bacchetta di Natalia Solinas che alle Muse farà il suo debutto in Italia.
La scelta di affidare la regia di entrambe le produzioni a due coreografi italiani, affermati e operanti all’estero, consente di aprire un legame tra opera, teatro di parola e teatro di danza. Zauberflöte sarà firmato da Luca Silvestrini, cofondatore e direttore della londinese compagnia Protein, che in Italia nel 2020 ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro. La regia de La tragédie de Carmen è affidata invece a Francesca Lattuada, regista e coreografa italiana operante a Parigi. Attiva in Francia ed in Italia, ha riscosso grandissimo successo nel 2017 con Le ballet royal de la nuit all’Opèra di Rennes e a Versailles.
Gli allestimenti sono entrambi curati per le scene da Lucio Diana, uno degli scenografi e costumisti italiani che negli ultimi trent’anni hanno maggiormente lasciato un’impronta nel teatro, ma anche nel cinema e nelle arti visive, e che di recente è stato molto attivo nel teatro anconetano. I costumi di Zauberflöte sono firmati da Stefania Cempini, che ha realizzato lo scorso anno quelli de Il matrimonio segreto alle Muse. Firma i costumi di Tragédie de Carmen Bruno Fatalot, che fu l’autore di quelli della rossiniana Cenerentola alle Muse.
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