Dolomiti Ski Jazz, musica sulla neve
Parte la ventunesima edizione del festival trentino: dai rifugi sulla neve ai teatri della Val di Fiemme
Il Dolomiti Ski Jazz è l’unico festival a portare il jazz sulla neve ad alta quota. La ventunesima edizione, che si terrà dal 10 al 17 marzo in tutta la Val di Fiemme, toccherà le piste da sci che transitano per il Ciamp de le Strie (Bellamonte), l’Eurotel (Cermis), lo Chalet Valbona (Alpe Lusia) e tanti altri rifugi. Evitando i mezzi di risalita, non manca poi l’escursione a piedi fino al Rifugio Fuciade al Passo San Pellegrino. Questi concerti di mezzogiorno privilegiano ovviamente le forme più comunicative e riconosciute del jazz, senza perdere di vista però la varietà e l’originalità delle proposte: dal dixieland all’etno jazz di influenze africane della band italo-senegalese Kora Beat, al rhythm and blues della cantante statunitense Shanna Waterstown, alle cadenze swinganti della vocalist Eva Eminger, originaria della Repubblica Ceca…
I concerti serali, a pagamento, si svolgono invece in teatri e spazi pubblici della vallata, accogliendo i nomi e le formazioni di maggior richiamo. A cominciare dal quintetto del vocalist Gegè Telesforo all’Auditorium Palafiemme di Cavalese, fino al Tinissima Quartet di Francesco Bearzatti, che, con la collaudata suite This Machine Kills Fascists ispirata a Woody Guthrie, chiuderà il festival al Teatro Comunale di Predazzo.
Ma è su altri appuntamenti anomali che vale la pena puntare i riflettori. Barionda è una formazione unica nel suo genere, ideata e coordinata da Helga Plankensteiner. Transitando da standard a brani originali, un quartetto di sax baritoni, oltre alla Plankensteiner, vede la presenza dell'austriaco Florian Bramböck, già membro della Vienna Art Orchestra, del trentino Giorgio Beberi e del poderoso sassofonista argentino Javier Girotto. Il sostegno ritmico è affidato alla batteria di Mauro Beggio.
Anche l’Hardrada Quartet, alla sua prima apparizione italiana, è un gruppo di modern jazz di recentissima formazione che propone quasi esclusivamente musica originale. Il progetto nasce dall'unione di quattro giovani musicisti conosciutisi al prestigioso “Nomazz” (Nordic Master In Jazz), ma provenienti da diversi paesi europei: Danimarca, Francia, Germania, Italia.
È il caso di ricordare infine il settantenne pianista e compositore francese Christian Sauvage, raramente presente sui palcoscenici italiani. Il suo pianismo trasversale perlustra e coagula diverse tradizioni musicali del Mediterraneo, profumi brasiliani, energie africane e cadenze blues. Senza dubbio uno dei maggiori pregi del Dolomiti Ski Jazz è quello di proporre spesso gruppi che non è facile ascoltare altrove.
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