Dalla Cina con tradizione
Xu Zhong al Bellini di Catania
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Xu Zhong è il nuovo direttore artistico del Teatro Massimo Bellini di Catania : pianista (vincitore del quarto Premio a un Concorso Ciaikovksy di non molti anni fa) e direttore d'orchestra, nato a Shangai - dove è molto attivo anche come operatore - ma formatosi in Francia, succede a Will Humburg, ed è stato individuato dopo aver tenuto in stagione un concerto con l'Orchestra che ha lasciato quest'ultima molto soddisfatta. Primo musicista cinese - probabilmente - a ricevere un incarico di questo spessore in Italia, lo riveste in un momento delicato per il Teatro catanese, oggetto di pesanti e insidiosi tagli della sovvenzione regionale (rientrati, ma solo parzialmente, al momento in cui scriviamo) e gravato da debiti fuori bilancio risalenti alla gestione dell'ex sovrintendente Fiumefreddo: tutte circostanze che stanno limitando drasticamente la portata dell'attività estiva, e che mettono a rischia perfino la ripresa autunnale dell'attività.
Chiediamo subito a Xu Zhong se, nonostante la sua nomina sia recente e la direzione artistica italiana una novità per lui, abbia già un'idea complessiva della proposta artistica che intende elaborare.
«Secondo la prassi generale, la stagione d'opera è progettata e stabilita almeno due o tre anni in anticipo: è necessario avere abbastanza tempo per la definizione di repertorio, regia, cast (soprattutto per avere grandi artisti di risonanza internazionale e anche per predisporre programmi ed eventi speciali per anniversari). Quanto alla stagione sinfonica, le grandi orchestre la programmano con circa due anni di anticipo. Quindi, il fattore 'tempo' rappresenta qui per me una sfida notevole: la prossima stagione d'opera partirà solo tra 8 mesi. Comunque, per confezionarla potrò avvalermi dei miei contatti internazionali, tra i quali quelli con il Théâtre des Champs-Élysées, col Festival franco-cinese Croisement, col Metropolitan, con la rete di agenzie e management artistici e così via. La caratterizzazione del cartellone è il punto sul quale sto ragionando: per esempio, il prossimo è l'anno anniversario di Poulenc e di Verdi. Per l'aspetto sinfonico, ci piacerebbe adottare la tradizione del Teatro Bellini ed enfatizzare le collaborazioni con direttori e solisti di fama».
Ci si può aspettare un profilo di cartellone legato al fatto di essere il primo musicista cinese a dirigere un teatro d'opera italiano, e di avere perciò l'opportunità di farvi conoscere proposte musicali nuove e poco note in Italia?...
-«Non sono sicuro di essere in effetti il primo... comunque, il profilo del cartellone per il momento si impianterà molto sulla natura 'di tradizione'del teatro, anche se in casi specifici e per il futuro non posso escludere scelte più sperimentali o trasversali».
Infine, è stato chiamato alla direzione in un momento economicamente molto difficile per il Paese, e questo si riflette purtroppo sulla vita delle istituzioni finanziate con danaro pubblico: ha in mente una 'ricetta' per superare queste difficoltà?
«Sarei molto felice di contribuire alla internazionalizzazione del Teatro Bellini, ad es. con l'organizzazione di tour concertistici del Teatro o di co-produzioni di spettacoli sia per l'Asia e sia per l'Europa, o con un evento-produzione con una delle maggiori case discografiche, promuovendo la cooperazione con organismi cinesi in tutti i campi, non solo quello musicale. Un'altra strada potrebbe essere quella di tenere un'Accademia e un Festival internazionali: tutte opzioni per individuare un metodo».
Alessandro Mastropietro
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