Cio Cio San in mostra alla Scala
Al Museo Teatrale bozzetti e materiale storico
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La bella mostra curata da Vittoria Crespi al Museo Teatrale della Scala (dal 12/11 al 28/2/17) su Madama Butterfly offre molte sorprese. La prima, proprio all'inizio del percorso, con dei disegni a china di Luigi Illica su ipotetiche scene dell'opera che il librettista aveva fatto per ispirare Puccini, bisognoso di visualizzare le situazioni sulle quali avrebbe composto. Come pure le foto della baia di Nakasaki che Giulio Ricordi, allo stesso scopo, procurò al compositore. Poi naturalmente i bozzetti delle scene e dei costumi della disastrosa prima scaligera del 17 febbraio1904 (nella foto il bozzetto di Vittorio Rota), che indusse Puccini e Ricordi a ritirare Butterfly dalla Scala, dove per il divieto del compositore non vi furono più prime rappresentazioni di sue opere. Fu infatti solo dopo la sua morte che andò in scena Turandot per volere di Toscanini. La grande quantità di reperti e documenti esposti proviene dallo stesso museo e dall'Archivio Ricordi (il titolo è presente in ben trentuno stagioni scaligere) e riguarda fondamentalmente tre famose edizioni edizioni. Quella del 1925 diretta da Toscanini, con le scene e i costumi sontuosi di Caramba, quella diretta da De Sabata nel 1951 affidata a Tsugu-haru Foujita, artista che quasi aveva rinnegato l'arte giapponese dopo essere approdato a Parigi negli anni Venti, ma che attraverso l'incarico ricevuto dalla Scala riscoprì le proprie origini disegnando una scenografia essenziale e molto evocativa. E infine l'edizione più recente, diretta da Maazel nel 1985, ripresa con Chailly sul podio 1996, con la regia di Keita Asari che riprendeva gli stilemi del teatro No. Le scene erano fiirmate da Ichiro Takada e i costumi da Hanae Mori, famosa stilista, che ideò dei kimoni neri con all'interno dei disegni dai colori meravigliosi, assolutamente invisibili dal pubblico. Perché, secondo la filosofia giapponese, le cose belle devono rimanere celate.
Stefano Jacini
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