A Bruxelles lo "Shell Shock" della Grande Guerra
Un Requiem del compositore Nicholas Lens il 24 ottobre
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Shell Shock è un'opera lirica e di danza insieme, con cantanti e ballerini sullo stesso piano narrativo e perfettamente integrati e interagenti. Nel centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale anche il teatro della Monnaie ha voluto partecipare alle commemorazioni, ma a modo suo, a modo del suo direttore Peter de Caluwe, commissionando un'opera nuova con uno sforzo creativo e produttivo che andrà adesso in scena in prima mondiale a Bruxelles il prossimo 24 ottobre.
«Un lavoro complesso, pensato da tempo - ha spiegato De Caluwe -: abbiamo chiesto al compositore belga Nicholas Lens di scrivere un requiem e lui ha trovato in dodici poemi del poeta australiano Nick Cave i testi di cui avevo bisogno. Abbiamo poi scelto gli interpreti non solo in base alle loro qualità tecniche ma anche in base alla loro espressività e personalità". La "messa in scena coreografica" è stata affidata al belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui, che ha lavorato su movimenti "orizzontali" tipici della danza contemporanea, con il baricentro basso, e creando spasmi e gesti incontrollati perché l'uomo in guerra perde, appunto, il controllo. "Shell chock" è il termine coniato, infatti, per descrivere la reazione di alcuni soldati della Prima Guerra Mondiale al trauma dei combattimenti e dei bombardamenti, una lesione psicologica che provocava panico, senso di impotenza, sino ad arrivare a bloccare la capacità di parlare, dormire, camminare, ragionare.
La narrazione in piccoli poemi parla quindi di soldati, di prigionieri, ma anche di madri, di infermiere e di orfani, gente senza nome per una guerra senza senso. Tra gli interpreti il soprano Claron McFadden, il mezzosoprano Sarah Fulgoni, il baritono basso Mark Doss, il contro-tenore Gerald Thomson e il tenore Ed Lyon, ed un gruppo di ballerini da tutto il mondo. «Con le scene, le luci, i video abbiamo lavorato per amplificare e rendere pluridimensionali gli avvenimenti - ha anticipato Sidi Larbi Cherkaoui -: non dimentichiamoci che la Prima Guerra Mondiale ha comportato anche una rivoluzione tecnologica. E ci sono molti documenti filmati nei diversi Paesi, tanti differenti punti di vista, e molti soldati arrivarono anche dalle colonie. Abbiamo cercato di mettere insieme tutto questo in modo molto dinamico, molto potente». Un punto di vista sulla guerra multiplo, con anche passato e futuro che si avvicendano in scena perchè l'impatto emotivo vuole essere uno spunto di riflessione al servizio dell'oggi. Sul podio il maestro belga Koen Kessels, che alla conferenza stampa di presentazione ha concluso confessando di essere «molto impressionato da questo lavoro». L'attesa per la première è alta.
Alma Torretta
«Un lavoro complesso, pensato da tempo - ha spiegato De Caluwe -: abbiamo chiesto al compositore belga Nicholas Lens di scrivere un requiem e lui ha trovato in dodici poemi del poeta australiano Nick Cave i testi di cui avevo bisogno. Abbiamo poi scelto gli interpreti non solo in base alle loro qualità tecniche ma anche in base alla loro espressività e personalità". La "messa in scena coreografica" è stata affidata al belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui, che ha lavorato su movimenti "orizzontali" tipici della danza contemporanea, con il baricentro basso, e creando spasmi e gesti incontrollati perché l'uomo in guerra perde, appunto, il controllo. "Shell chock" è il termine coniato, infatti, per descrivere la reazione di alcuni soldati della Prima Guerra Mondiale al trauma dei combattimenti e dei bombardamenti, una lesione psicologica che provocava panico, senso di impotenza, sino ad arrivare a bloccare la capacità di parlare, dormire, camminare, ragionare.
La narrazione in piccoli poemi parla quindi di soldati, di prigionieri, ma anche di madri, di infermiere e di orfani, gente senza nome per una guerra senza senso. Tra gli interpreti il soprano Claron McFadden, il mezzosoprano Sarah Fulgoni, il baritono basso Mark Doss, il contro-tenore Gerald Thomson e il tenore Ed Lyon, ed un gruppo di ballerini da tutto il mondo. «Con le scene, le luci, i video abbiamo lavorato per amplificare e rendere pluridimensionali gli avvenimenti - ha anticipato Sidi Larbi Cherkaoui -: non dimentichiamoci che la Prima Guerra Mondiale ha comportato anche una rivoluzione tecnologica. E ci sono molti documenti filmati nei diversi Paesi, tanti differenti punti di vista, e molti soldati arrivarono anche dalle colonie. Abbiamo cercato di mettere insieme tutto questo in modo molto dinamico, molto potente». Un punto di vista sulla guerra multiplo, con anche passato e futuro che si avvicendano in scena perchè l'impatto emotivo vuole essere uno spunto di riflessione al servizio dell'oggi. Sul podio il maestro belga Koen Kessels, che alla conferenza stampa di presentazione ha concluso confessando di essere «molto impressionato da questo lavoro». L'attesa per la première è alta.
Alma Torretta
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