Barenboim è per il dialogo

Il direttore a Milano con la sua orchestra che unisce israeliani, arabi e palestinesi

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"Fantasia contrappuntistica, moderata, con anima, non stringendo, non slentando, a tempo giusto". Così Daniel Barenboim definirebbe il progetto della West Eastern Divan Orchestra, la formazione creata nel 1999 dal celebre direttore (dalla doppia cittadinanza israeliana e palestinese) e dall'intellettuale scomparso Edward Said. Accanto a quattro strumentisti dell'orchestra, 2 israeliani e 2 palestinesi, Barenboim ha parlato ieri del conflitto in Medio Oriente e di quanto la giovane orchestra possa fare: «Il nostro non è un progetto politico - dice Barenboim - ma umano, serve a conoscere l'altro e ad aiutare l'argomentazione delle proprie idee. È ingenuo credere che il conflitto si possa risolvere militarmente». Nella serata di ieri, al Teatro alla Scala è stato eseguito il "Concerto per 3 pianoforti e orchestra K242" di Mozart, con Karim Said (palestinese), Yael Kareth (israeliana) e Daniel Barenboim solisti: la gioia nei loro occhi e l'incrociarsi di sguardi durante l'esecuzione, assieme alle ovazioni di un pubblico particolarmente entusiasta, è stata la miglior risposta alla follia di questa guerra. (c.l.)

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