Anche a Francoforte torna l’opera
Presentata la ricca stagione dell’Oper Frankfurt, che da settembre riparte con 11 nuove produzioni e 15 riprese oltre ai tradizionali Liederabend e alle attività per il pubblico più giovane
Un atto di fiducia nel futuro, che non potrà che essere migliore: dopo una stagione sostanzialmente cancellata, l’Oper Frankfurt prova a ripartire e a riconquistare la fiducia del pubblico con una stagione che si annuncia in linea con le tradizioni della casa diretta per il ventesimo anno da Bernd Loebe: “Guardo alla nuova stagione con sentimenti molto contrastanti. Ma soprattutto con la grande speranza che per l'inizio della stagione 2021/22 troveremo il modo di tornare a fare l’opera come abbiamo previsto. Spero anche, naturalmente, che alcuni degli abbonati che abbiamo perso in questa stagione ritornino.”
Il programma non è ancora definito nei dettagli perdurando l’incertezza su cosa accadrà nei prossimi mesi ma a larghe linee la ricetta si conferma la stessa di sempre: saranno 11 le nuove produzioni distribuite fra Opernhaus e Bockenheimer Depot e 15 le riprese, oltre ai tradizionali “Liederabend” e agli appuntamenti per il pubblico più giovane e per principianti operistici. Messa da parte la consueta opera contemporanea per l’avvio di stagione, doppia inaugurazione con Amadigi di Gaula di Georg Friedrich Händel in un nuovo allestimento di Andrea Bernard con la direzione di Roland Roland Böer al Bockenheimer Depot (25 settembre) e L’italiana in Londra di Domenico Cimarosa con la direzione di Leo Hussain e la regia di R.B. Schlather sulla scena principale (26 settembre). Seguono l’opera comica del danese Carl Nielsen Maskerade in un nuovo allestimento firmato da Tobias Kratzer con la direzione musicale di Titus Engel (31 ottobre), seguita da La notte prima di Natale di Nikolaj Rimskij-Korsakov con la direzione musicale di Sebastian Weigle e la regia di Christof Loy (5 dicembre). Al Bockenheimer Depot va in scena l’opera contemporanea con la prima assoluta de The People Out There, opera in cinque atti di Hauke Berheide su libretto di Amy Stebbins, che curerà anche l’allestimento, mentre Roland Böer sairà sul podio dell’Ensemble Modern (22 dicembre).
Il nuovo anno si apre con un insolito poker di piccoli classici del Novecento – Von Heute auf Morgen, Begleitmusik zu einer Lichtspielszene e Erwartung di Arnold Schönberg con i Sei monologhi da Jedermann di Frank Martin – in un allestimento di David Hermann con la direzione musicale di Alexander Soddy e la partecipazione di Johannes Martin Kränzle e Camilla Nylund (16 gennaio). Seguono due recuperi di produzioni rinviate delle scorse stagioni a causa della chiusura del teatro: Bianca e Falliero di Rossini con la direzione di Giuliano Carella e la regia di Tilman Kohler (20 febbraio), Fedora di Umberto Giordano con la direzione di Carlo Montanaro e una produzione firmata da Christof Loy per l’Opera reale di Stoccolma (3 aprile). Doppia produzione in maggio con il Midsummer Night’s Dream di Britten in un allestimento curato da Brigitte Fassbaender con la direzione di Geoffrey Paterson (11 maggio) e Madama Butterfly di Puccini, che torna all’Opernhaus dopo un’assenza di vent’anni in un allestimento di Mateja Koležnik e la direzione musicale di Antonello Allemandi (22 maggio). Chiude la stagione la nuova produzione di Ulisse di Luigi Dallapiccola firmata da Tatjana Gürbaca con la direzione di Francesco Lanzillotta (26 giugno).
Il grande repertorio torna soprattutto nelle riprese, nella quali si rivedranno la fortunata Vedova allegra allestita da Claus Guth con la direzione di Sebastian Weigle, Rigoletto nell’allestimento di Hendrik Müller con la direzione di Jader Bignamini, La forza del destino di Verdi nell’allestimento di Tobias Kratzer con la direzione di Pier Giorgio Morandi e delTrittico di Puccini nell’allestimento di Claus Guth con la direzione di Lorenzo Passerini per citare solo qualche titolo. Nel ciclo di Liederabend si succederanno Sabine Devieilhe Sopran (14 settembre), Peter Mattei (26 ottobre), Jamie Barton (30 november), Gordon Bintner (21 dicembre), Tamara Wilson (4 gennaio), Claudia Mahnke (29 marzo), Jakub Józef Orliński (17 maggio).
Programma ricco, che vuole essere soprattutto una professione di ottimismo sul futuro prossimo dopo mesi di forzato silenzio a causa della pandemia, come confermano le parole del sovraintendente: “Siamo ottimisti per il futuro e ci aspettiamo risolutamente di tornare a fare opera dal prossimo settembre. Ci siamo solo perché ci siamo per gli altri. Ora si tratta di stringere ancora una volta quel legame invisibile che ci lega al pubblico.”
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