Addio a Mario Bertoncini
La scomparsa del "musicista costruttore"
Mario Bertoncini, musicista, compositore, inventore di tecniche e di oggetti sonori, didatta, pianista, scrittore, è scomparso sabato a Siena dopo una breve e inesorabile malattia. Nato a Roma il 27 settembre 1932, aveva studiato pianoforte e composizione nella sua città, rispettivamente con Rodolfo Caporali e Goffredo Petrassi, ma aveva presto allargato internazionalmente l’orizzonte delle sue esperienze, a Darmstadt e a Utrecht (seguendo i corsi di musica elettronica di G. M. Koenig), ottenendo il premio Gaudeamus nel 1965 per Quodlibet. Si tratta della composizione che definisce il suo linguaggio sonoro, appartenente all’area dell’informale musicale, e insieme una direzione di ricerca orientata all’interazione organica e non-referenziale di gesto, suono, spazio, segno e informazione visiva. Questa linea, definita dallo stesso autore “teatro della realtà”, troverà le sue tappe più consistenti in lavori valevoli sia come installazioni sia come performance sonore d’arte: Epitaffio alla memoria di un concerto (1968-69), Spazio-Tempo (realizzato a Venezia nel 1970 congiuntamente dalle Biennali d’Arte e di Musica), Chain Reaction (un dispositivo suono-luce real-time, realizzato nel 1974 insieme all’artista op-cinetico Peter Sedgley presso la galleria Haus am Waldsee di Berlino), fino al brevetto del Choreophone (1986).
Chain Reaction segna anche l’avvio della sperimentazione con oggetti sonori eolici, che Bertoncini si è costruito da sé, e che è proseguita per tutta la vita accanto a quelle che hanno ripensato elementi della liuteria tradizionale entro nuovi sistemi di produzione del suono: per limitarsi al pianoforte, strumento che ha coltivato anche da interprete del repertorio e della produzione novecentesca (il Primo concerto di Bartók sotto la direzione di Maderna, numerose partecipazioni a concerti storici dell’Associazione Nuova Consonanza di cui è stato anche presidente dal 1969 al 1972, la proposta – prima in Italia – dei Keyboard Studies di Terry Riley), l’ottenimento di suoni continui per sfregamento di sagole legate alle corde (il primo brano in questa direzione è Cifre, 1964-67), o l’eccitazione di sistemi di gong attraverso una meccanica estratta dallo strumento (Alleluja, 1982). Molti materiali sonori messi a frutto dal Gruppo d’Improvvisazione Nuova Consonanza, di cui fece parte dal 1965 al 1973, venivano dalla sua ricerca, che il Gruppo sapeva sviluppare in improvvisazioni collettive preparate con un training rigoroso.
Le molteplici, leonardesche invenzioni giustificano la definizione che egli stesso s’era dato, di “musicista costruttore”: aveva cercato di trasfondere tale attitudine anche nella didattica, soprattutto alla McGill University di Toronto e alla Universität der Künste di Berlino, tentando la strada di ‘botteghe artigiane’ in cui sviluppare una creazione interdisciplinare, tecnologica e insieme umanistica. Quest’ultimo tratto emerge anche nella produzione letteraria: una corposa serie di dialoghi estetico-musicali, in cui amava sdoppiare la sua posizione nei personaggi complementari del propugnatore lucido e generoso e del raisonneur scettico ma non dogmatico, e in un volume di sonetti romaneschi.
Per chi l’ha conosciuto personalmente, non è facile pensare che un fiume di umanità e di energia come Mario si sia potuto mortalmente spegnere: l’energia intellettuale dei suoi progetti, in particolare – ma non solo – gli ultimi e più corposi, era tanto avvincente, quanto impegnativa nelle prospettive di realizzazione, richiedendo una pari energia operativa ai singoli e alle istituzioni le quali, come spesso purtroppo accade, non sono riuscite a tenere il suo passo sui terreni più affascinanti e insieme più ardui. Era tornato a vivere in Italia nel 2004, nel territorio di Cetona, forse sperando di poter lavorare con più calma e raccoglimento alle sue creazioni. Lascia una figlia – Valeska – e un’eredità di opere e azioni artistico-musicali, di oggetti risonanti, soprattutto di idee, che sarà importante coltivare e sviluppare.
Per informazioni sulla sua figura: http://www.mariobertoncini.com/index2.html
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