50 anni di Solisti Aquilani
Un concerto per festeggiare il 21 aprile all'Aquila
Cinquant’anni fa, per l’esattezza il 21 aprile del 1968, si svolgeva presso l’Auditorium del Castello dell’Aquila il primo concerto dei Solisti Aquilani, diretti dal loro fondatore e a lungo direttore stabile, Vittorio Antonellini. Sabato 21 aprile alle 18, presso l’Auditorium del Parco progettato da Renzo Piano in sostituzione di quello ancora inagibile del Castello, I Solisti Aquilani festeggeranno i 50 anni di attività realizzando esattamente lo stesso programma dell’esordio: Haendel, Hindemith e Vivaldi, solista al fagotto Paolo Carlini, primo fagotto dell’ORT e allievo di quel Marco Costantini che fu il solista del concerto inaugurale.
Da allora, l’attività del complesso non ha conosciuto sosta, con migliaia di concerti in tutta Italia e in tutti i continenti, registrazioni discografiche, brani commissionati, collaborazioni autorevolissime: solo per citarne alcune, Vladimir Ashkenazy, Jean Pierre Rampal, Severino Gazzelloni, Dee Dee Bridgewater, Salvatore Accardo, Renato Bruson, Luis Bacalov, John Malkovich, e ultimamente Shlomo Mintz, Mario Brunello, Giovanni Sollima.È la testimonianza della riuscita di un progetto, nato su impulso di Nino Carloni, di espansione della proposta musicale dalle stagioni in abbonamento (realizzate dalla Società Aquilana dei Concerti) verso la produzione (nel frattempo a L’Aquila, in quello stesso anno accademico, iniziò ad operare il Conservatorio); furono presi a modello alcuni complessi d’archi già esistenti (I Solisti Veneti, I Musici etc.), già attivi sul duplice fronte della riscoperta del repertorio strumentale italiano dei secoli passati e dello stimolo alla conoscenza del moderno e del contemporaneo, com’è evidente dall’impaginazione della prima esibizione. Cinquant’anni dopo, succedutesi – dopo quella di Antonellini, per un periodo affiancato da Francesco Sanvitale – le direzioni di Franco Mannino, Vittorio Parisi, Vincenzo Mariozzi e Maurizio Cocciolito, totalmente autonomo l’organismo associativo che gli sta alle spalle sin dalla fondazione, l’ensemble ha mantenuto l’impianto basato sugli archi (aprendosi anche a formule a geometria variabile), ma predilige l’ormai usuale formula del solista-direttore ospite (o dell’assenza del direttore) e, col rinnovo generazionale dei suoi elementi, tiene conto nelle sue esecuzioni del Settecento musicale dell’interpretazione ‘storicamente avvertita’. Sono le linee che s’individuano anche nella stagione del cinquantesimo, che ha proposto alcuni degli appuntamenti ospitati poi nella vita concertistica nazionale e in tournée internazionali (di rilievo le recenti presenze al Quirinale e alla Phlharmonie di Berlino), circuiti nei quali il gruppo è rientrato con continuità, e realizzato alcuni appuntamenti di taglio più specifico, come quello dedicato al Novecento, comprendente una prima assoluta di Stefano Taglietti (Triplo concerto).
Così il Presidente dell’Associazione I Solisti Aquilani, Marco Mantini, sui temi dell’anniversario: «Orgoglio, emozione, responsabilità, onore del passato, desiderio di festeggiare, preoccupazione per il futuro… sono l’espressione dei sentimenti rinchiusi nel mio animo per il raggiungimento del prestigioso traguardo dei 50 anni di attività ininterrotta del complesso dei Solisti Aquilani riposizionato, ormai, tra le eccellenze del panorama musicale nazionale e internazionale.»
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