Seduzioni scozzesi per Haydn
Il Maxwell Quartet miscela i due quartetti Op. 77 di Joseph Haydn con musiche della tradizione folk scozzese

In questa brillante lettura degli ultimi quartetti di Joseph Haydn il Maxwell Quartet – Colin Scobie e George Smith ai violini, Elliott Perks alla viola e Duncan Strachan al violoncello – intreccia le due pagine che compongono l’Op. 77 con brani della tradizione popolare scozzese, incorniciando in un certo senso la cifra musicale haydniana in un quadro espressivo più ampio e suggestivo.
Terza tappa di un percorso discografico dedicato da questa formazione ad alcune pagine dello stesso Haydn, questo lavoro restituisce tutta la vitalità sprigionata da questo quartetto, anche attraverso l’originale accostamento delle pagine di Haydn con brani tradizionali, a partire dal tema che apre il disco, la Captain Campbell’s March, una marcia scozzese originariamente destinata a cornamuse composta indicativamente tra il XVIII e il XIX secolo, che apre il percorso d’ascolto al primo quartetto il sol maggiore dell’Op. 77, il cui primo movimento Allegro moderato è improntato appunto al passo di marcia. Un rimando diretto e al tempo stesso simbolico, che delinea il disegno complessivo di questo album, introducendo l’ascoltatore in un clima che alterna la vivacità dei movimenti più dinamici a oasi più distese, come quella rappresentata dall’Adagio che regala a questo primo quartetto della raccolta haydniana una luce assieme distesamente lirica e compostamente marziale, quasi ad anticipare certe atmosfere beethoveniane. D’altro canto, se i sei Quartetti dell'op. 18, i primi del maestro di Bonn datano tra il 1798 e il 1800, questa opera di Haydn che viene composta nel 1799 può certamente rappresentare una sorta di passaggio del testimone, anche solo a livello simbolico. Un carattere, questo, che diviene ancora più marcato nei sapidi contasti dinamici del movimento successivo, vale a dire quel Menuetto-Presto-Trio che trova qui una sua naturale continuità in termini di dinamismo e brillantezza nel conclusivo Finale-Presto.
Incastonata tra il primo e il secondo quartetto dell’op. 77 di Haydn, troviamo la variegata sequenza composta dai brani Master Francis Sitwell – The Marquis of Tullibardine – Miss Cameron of Balvenie, rispettivamente composti da Nathaniel Gow (1763–1831), Niel Gow (1727–1807), William Marshall (1748–1833) e proposti senza soluzione di continuità nell’arrangiamento originale realizzato – come in tutti gli altri brani di matrice folk qui presenti – dallo stesso Maxwell Quartet. Qui il gusto dinamico e trascinate del passo melodico-ritmico tipicamente folclorico offre una significativa variante rispetto al ritorno allo stile “classico” rappresentato dal successivo quartetto n. 2 in Fa maggiore. Pagina più composta e, se vogliamo, più tradizionale rispetto al quartetto che apre l’op. 77 di Haydn, il quartetto in Fa maggiore si avvia con l’elegante tema lirico al primo violino che apre l’Allegro moderato iniziale, poi affidato al secondo violino e in seguito sviluppato in una sequenza di rimandi ed elaborazioni che ci riportano lungo i movimenti successivi – Menuetto-Presto, ma non troppo, Andante e Finale-Vivace assai – nell’alveo della più riconoscibile “prima scuola di Vienna”.
Chiude il disco il brano Hector the Hero di James Scott Skinner (1843–1927), con lo scambio di ruoli tra primo e secondo violino tra Colin Scobie e George Smith – così come in tutte le interpretazioni di brani popolari qui presentate – che sugella un percorso interpretativo denso e originale, che lo stesso Maxwell Quartet così descrive nelle note al disco: «concludiamo l'album con un ricordo dalla Scozia di James Scott Skinner, uno dei grandi violinisti, compositori e maestri di danza dell'inizio del XX secolo in Scozia. Aveva perso un caro amico, il Maggiore Generale Hector MacDonald, che si suicidò tragicamente dopo che gli furono mosse false accuse e incriminazioni, e Skinner compose in suo onore questo bellissimo brano, noto come Hector the Hero».