L’energia pura dell’ultimo Carter

I Late Works del centenario gentiluomo per la prima volta in un disco con un cast di prim’ordine e quattro registrazioni in prima mondiale

Elliott Carter, Late Works
Disco
classica
Elliott Carter
Late Works
Ondine Records
2017

In occasione di un concerto celebrativo, l’amico Daniel Baremboim affermò che Elliott Carter rappresenta sulla scena internazionale un fenomeno unico nel suo genere, non tanto per la longevità che ha arricchito l’esperienza compositiva, quanto per il vitale bisogno di continuare a esprimersi in musica. Sulla qualità delle sue ultime composizioni garantisce ora con un disco dell’etichetta Ondine, non a caso intitolato Late Works.

Premiato all’ultima edizione dei BBC Music Magazine Awards, il disco contiene ben quattro brani in prima registrazione mondiale, due dei quali dedicati proprio a Barenboim. Interventions per pianoforte e orchestra corrisponde a una sorta di poema sinfonico, pensato per la direzione di James Levine ai tempi della Boston Symphony Orchestra, cui interferisce il fervore del solista impegnato ad affrontare un Concerto per pianoforte. Al tentativo dell’orchestra di raccogliere il suo canto in un respiro sempre più ampio, l’impeto del pianoforte irrompe a più riprese per sabotarne i piani in uno scontro tra titani dalle tinte molto accese. Scritto in occasione del settantesimo compleanno di Barenboim, Dialogues II è il Concerto per pianoforte fulcro di un bellissimo progetto del Teatro alla Scala di Milano che ha visto il festeggiato nel ruolo di solista. Nonostante i punti di contatto sul piano formale, Dialogues II si differenzia dal precedente Dialogue sin dal suo avvio orchestrale oltre che per l’omogeneità del movimento.

Un’altra composizione frutto dell’impegno di Barenboim è Soundings (2005) una sorta di moderno Concerto Grosso per l’alternanza del tutti a un ristretto gruppo di strumenti all’interno del quale interviene il pianoforte a inasprire l’impeto iniziale di questa musica energica, la cui trasparenza risulta ora persino tagliente, prima di riapparire nel finale sull’alternanza delle note staccate Sib e Re (Bb e D), non a caso le iniziali del suo committente. In Two controversies and a Conversation (2010), le percussioni di Colin Currie ricercano un dialogo sia col pianoforte solo che sullo sfondo delle cangianti sonorità orchestrali. Inizialmente concepito in un momento unico, raggiunge la sua forma finale a seguito di due brevissimi preludi inseriti successivamente su suggerimento di Oliver Knussen che dirige tutti i lavori presenti in questo disco a capo del Birmingham Contemporary Music Group e della BBC Symphony Orchestra.

Sono opere ormai lontane dagli echi di Charles Ives e dagli insegnamenti di Nadia Boulanger, se non di parte del suo successivo periodo creativo del quale si ritrovano le tracce nell’arcipelago di brevi episodi musicali tutt’al più connessi tra loro, nel caso di Instances, o raccolti al pari dell’antica Suite come nel Trio Epigrams,  scritto nell’ultimo anno di vita di Carter. Dedicatario ne è Pierre-Laurent Aimard; insieme a lui, tra gli interpreti del disco, Isabelle Faust al violino e Jean-Guihen Queyras al violoncello.

Pierre-Laurent Aimard, pianoforte

Colin Currie, percussioni

Isabelle Faust, violino

Jean Guihen Queyras, violoncello

Birmingham Contemporary Music Group

BBC Symphony Orchestra

Oliver Knussen, direttore

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

La maturità vocale del controtenore Carlo Vistoli

Lezione di canto, con il Vivaldi sacro

Marco Beghelli
classica

Dense rifrazioni stilistiche per pianoforte e archi

Intense pagine di Hindemith e Schnittke dirette da Markus Poschner con il pianoforte cristallino di Anna Gourari

Alessandro Rigolli
classica

L’impronta romantica di Dantone

Con l’album Imprinting l’Accademia Bizantina esplora con passo vivace e originale pagine di Schumann e Mendelssohn

Alessandro Rigolli