Autunno polacco

Filosofie dei festival in Polonia

Recensione
jazz
Il mese scorso in Polonia sono state inaugurate ben due sale da concerto. Prima quella di Stettino, poi quella di Katovice. Entrambe all’avanguardia da un punto di vista acustico e architettonico. Vale la pena di perdere un po’ di tempo con i motori di ricerca per guardare immagini, video e progetti di queste due costruzioni. La Polonia sembrerebbe dedicare molte risorse alla cultura, o almeno questa è l’impressione che ha chi viene da fuori e non segue da vicino la politica culturale del paese. Una città come Cracovia, per esempio, investe moltissimo nei festival, con un ufficio distaccato e autonomo della municipalità che si occupa solo ed esclusivamente della loro organizzazione.

Nelle ultime due settimane di settembre e nella prima di ottobre ho assisitito a tre festival nel sud della Polonia. Ho cominciato a Zakopane. Zakopane è un centro di villeggiatura montano. Case in legno e tetti appuntiti dominano la sua sagoma architettonica. La città è alle pendici del parco nazionale della Tatra alta, che si può raggiungere dal centro a piedi o in pochi minuti di autobus. Muzyka na Szczytach (si potrebbe tradurre come Musica ad alta quota), la prima manifestazione a cui ho partecipato, è un festival dedicato alla musica da camera che dura una settimana. Si è svolto quest’anno per la sesta volta consecutiva. Se ne può vedere il programma qui.

Se ho aperto questo testo menzionando le nuove sale da concerto polacche è perché anche a Zakopane se ne desidererebbe una. Uno dei moventi degli organizzatori di Muzyka na Szczytach è proprio quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e i rappresentanti politici locali e nazionali e di convincerli circa la necessità di costruire una sala da concerto nel centro di Zakopane. Questa struttura potrebbe funzionare come biglietto da visita della città e aiutare la località, afflitta dal turismo di massa, a riproporsi in quel profilo che la caratterizzava prima della seconda guerra mondiale, quando Zakopane aveva un ruolo di primo piano nella vita culturale del paese e quando numerosi artisti avevano deciso di stabilirsi lì. Attraverso la cultura si vorrebbe quindi cercare un’alternativa al turismo di massa. E per questo motivo prima dei concerti o nei loro intervalli, una sfilza di volontari raccoglieva firme per sostenere questo progetto: una casa della cultura o sala polivalente finanziata dalla città per circa 700 persone. Anche perché, come mi hanno spiegato gli organizzatori del festival, ora la maggior parte dei concerti si deve svolgere nelle chiese e ogni volta bisogna ottenere il placet della curia, dopo avergli presentato la programmazione. Fino ad ora, aggiungono gli organizzatori – un’associazione che cura il festival con passione e impegno – non è mai stato rifiutato nulla, ma alcune idee per questo motivo non sono state nemmeno mai proposte o prese in considerazione e sviluppate nel dettaglio.

Di questo festival mi ha particolarmente colpito il suo intento didattico. Prima dell’ascolto le varie composizioni sono state introdotte da giornalisti della radio di stato polacca. Nella serata d’inaugurazione, poi, le prime due file di sedie per il pubblico non erano riservate per le autorità o simili, ma per un gruppo numeroso di bambini – circa una ventina come si può vedere dalla foto – che hanno assistito vigili alla prima parte del concerto. Nella pausa, poi, le loro accompagnatrici (maestre?) li hanno portati via. I bambini quindi hanno avuto la possibilità di ascoltare la prima parte del concerto, con composizioni di John Taverner e Andrzej Panufnik, ma si sono persi la seconda (musiche di Benjamin Britten e Roxanna Panufnik). Direi che per bambini di 6-7 anni, quella mi è sembrata essere la loro età, anche solo i due pezzi ascoltati sono già una scorpacciata di Novecento!

Immagine rimossa.

Muzyka na Szczytach è un festival piacevole e intimo. La programmazione è varia – concerti, teatro, cinema, molto Novecento, un po’ di jazz, e non solo musica da camera come annunciato nel suo intento programmatico.

Se Zakopane lotta per una sala da concerto, il Festival della musica da film di Cracovia – il secondo festival del mio viaggio – ha a disposizione delle location sensazionali. Due dei quattro concerti del festival sono andati in scena in una fabbrica in disuso nel distretto industriale di Nowa Huta; gli altri due nel futuristico palazzetto dello sport Kraków Arena – anche in questo caso non nuoce cercare qualche foto in internet. 4.000 persone sono necessarie per riempire la prima location; 10.000 la seconda. Impostazione e programmazione del festival di Cracovia sono spettacolari: il colossal Gladiator con accompagnamento orchestrale dal vivo; lo stesso formato per il film norvegese Kon-Tiki; orchestra sinfonica e le star dell’X-factor polacco hanno interpretato i temi più conosciuti dei film di James Bond; nella serata di gala a conclusione del festival, infine, diverse costellazioni orchestra-solista (tra cui anche il pianista Leszek Mozdzer) hanno proposto in forma di suite alcune celebri colonne sonore. Qui si può vedere in dettaglio il programma del festival e guardare estratti video dei quattro concerti. Molti materiali video sono anche su youtube. Devo ammettere di non essere un grande fan di questo tipo di formato, anche la musica non è la mia preferita, ma è stato interessante vedere come questo tipo di musica e di presentazione attragga un pubblico numerosissimo. Per quale motivi il pubblico accorre in massa ad ascoltare musica funzionale in forma da concerto?

Immagine rimossa.



Ho ritrovato il pianista Leszek Mozdzer anche nel terzo festival a cui ho partecipato, il Jazz Camping Kalatowki. Questo è un festival che vale veramente il viaggio, non solo per gli artisti presenti, che per la maggior parte tuttavia sono studenti, ma per la sua particolare atmosfera e per il suo formato che oserei definire unico. Il Jazz Camping Kalatówki infatti va in scena in un rifugio montano nel parco nazionale della Tatra alta, a circa 1400 metri sopra il livello del mare. Sul sito del rifugio si possono vedere alcune immagini del posto. Nelle sale sono appese foto d’epoca che testimoniano la presenza in loco dei grandi del jazz polacco (Krzysztof Komeda, Jerzy Matuszkiewicz, Janusz Muniak, Andrzej Kurylewicz, Zbigniew Namyszowski). Ad esempio questa. Il festival fu fondato nel 1959 da alcuni jazzisti polacchi per sfuggire dal controllo del partito e per potersi riunire in uno scenario e in una natura mozzafiato. Qui un documento storico della prima rassegna del festival.



Il festival di Kalatowki non propone concerti, con l’eccezione del concerto di chiusura che è anche l’unico a pagamento. In realtà non è nemmeno un vero e proprio festival. Ogni sera invece i musicisti presenti (circa una quarantina, famosi e meno famosi, giovani e giovanissimi, purtroppo pochissime donne) si riuniscono per lunghissime jam session gratuite, che cominciano verso le otto e possono durare anche fino alle sei del mattino successivo. Il clima è più che informale, come si può vedere da alcuni video della rassegna di questo anno che si possono trovare su youtube.

Jam session con partecipazione di Leszek Mozdzer:



Jam Session con Zbigniew Namyszowski e musicisti della tradizione locale:



Jam Session e chi scrive in primo piano tra il pubblico:

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