Si apre ufficialmente oggi, giovedì 25 maggio, il cartellone della XXVIII edizione di Ravenna Festival con il debutto di un progetto pensato come articolato omaggio a Dande rappresentato da un lato dalla prima parte di una "trilogia" che si avvia quest'anno con "Inferno" – le prossime tappe: “Purgatorio” (2019) e “Paradiso” (2021) – appuntamento quotidiano a cura di Marco Martinelli e Ermanna Montanari che guida gli spettatori nei paesaggi infernali alla scoperta dell’intima natura teatrale della Commedia, e dall’altro dal bando “Giovani artisti per Dante”, che si rivolge alla nuova generazione di creativi e appassionati del grande poeta, chiamata ad applicare tutti i linguaggi performativi nel progettare spettacoli di breve durata destinati ad animare i Chiostri Francescani accanto alla Tomba del Poeta (tutte le mattine alle 11 dal 25 maggio al 2 luglio).
Ma il cartellone dell’edizione 2017 del Ravenna Festival offre un ventaglio variegato di chiavi di lettura, come è ormai consuetudine per una manifestazione che ha fatto della visione plurale sui linguaggi artistici e culturali una delle proprie cifre distintive. In quest’ottica ritroviamo al centro delle proposte artistiche del festival uno sguardo su uno dei principali eventi del secolo breve: “i dieci giorni che sconvolsero il mondo” – nella definizione del giornalista John Reed – vale a dire quelli dell’ottobre 1917, momento che vide la caduta dell’Impero degli zar e l’ascesa dei bolscevichi. Questa radicale sovversione, animata da energie troppo a lungo represse, fu anche il gigantesco laboratorio dove si elaborò la grammatica della modernità nella quale tutti i linguaggi artistici vissero una stagione di trasformazione. Il rapporto lacerante tra gli intellettuali e il potere è quindi uno dei temi del Festival, che trova nella vicenda umana e artistica di Shostakovich un caso esemplare e controverso. Da qui il titolo di questa edizione, “Il rumore del tempo”, ispirato sia al romanzo dello scrittore inglese Julian Barnes, incentrato proprio sul compositore russo, sia a una raccolta di prose brevi di Mandel’stam. In questo quadro ritroviamo un tracciato che va dall'opera futurista "La vittoria sul Sole" di Alekei Krucènych messa in musica da Mihail V. Matiushin (mercoledì 21 giugno), al concerto della Filarmonica di San Pietroburgo (martedì 4 luglio) diretta da Yuri Temirkanov e dedicato alla Sinfonia n. 7 e al concerto per pianoforte, tromba e orchestra n. 1 di Shostakovich. Con "1917" (mercoledì 28 giugno) una produzione commissionata alla giovane compagnia teatrale ravennate ErosAntEros, il Festival darà una nuova voce a chi ha cantato la rivoluzione, ispirandosi alla musica dal Quartetto n. 8 dello stesso Shostakovich.
Tra gli altri temi che attraversano le giornate di questo festival troviamo “Passaggio in India”, uno spazio che vede uno dei momenti più interessanti in “Junun” (2 giugno), un’odissea musicale sulla rotta che porta al cuore dell’India, ma anche uno straordinario incontro – tra tradizione e sperimentazione –fra musica occidentale e indiana. Il progetto è firmato dal chitarrista dei Radiohead, Jonny Greenwood, dal compositore israeliano Shye Ben Tzur, e dalla band The Rajasthan Express, che porta in “Junun” tutta l’esuberanza di colori strumentali originali ma soprattutto il piacere di fare musica assieme.
Ancora un tema sollecitante lo possiamo rintracciare nella rassegna “Musica e cinema” che torna con tre appuntamenti tutti caratterizzati dall’esecuzione live delle musiche, originali o di nuova composizione. Il primo è costituito un capolavoro del cinema espressionista nonché primo cult movie della storia del cinema, “Il gabinetto del Dottor Caligari” (1919) di Robert Wiene, che verrà musicato con la tecnica del live electronics dal quartetto di Edison Studio. Secondo episodio è rappresentato da un altro capolavoro qual è “La passion de Jeanne d’Arc” di Carl Theodor Dreyer (1928), musicato dall’Orlando Consort – in prima italiana – le cui voci a cappella creeranno un intenso abbinamento fra le immagini del film e una selezione di musiche del XV secolo in una sorta di inedita sacra rappresentazione, che troverà una cornice originale nella chiesa di San Francesco. La trilogia di musiche per il cinema si conclude con uno dei più bei film di Charlie Chaplin “The Gold Rush” (1925), il cui accuratissimo restauro digitale è stato eseguito dalla Cineteca di Bologna. Le musiche originali di Charles Chaplin sono state ricostruite da uno specialista come Timothy Brock che le eseguirà sul podio dell’Orchestra Luigi Cherubini.
Ricco anche il programma sinfonico, che si aprirà al Pala De André con la Filarmonica di Monaco diretta da Semyon Bychkov (Domenica 28 maggio) in un programma che prevede la Symphonie Fantastique di Berlioz e il concerto per pianoforte n. 1 di Tchaikovsky (solista Jean-Yves Thibaudet), per poi incontrare la violinista Anne-Sophie Mutter impegnata nell'esecuzione del Concerto per violino in re minore di Mendelssohn con l'Orchestre National de Lyon diretta da Leonard Slatkin (Giovedi 15 giugno), mentre Juraj Valcuha guiderà l'Orchestra Nazionale della Rai nel Concerto per pianoforte di Schumann con solista David Fray (Venerdì 30 giugno).
Oltre a queste proposte, il cartellone del Ravenna Festival offre altri appuntamenti che vanno dalla danza alla fotografia, fino ad arrivare alla presenza di Riccardo Muti e della sua Orchestra Giovanile “Cherubini”, che celebrerà proprio quest’anno il ventennale del progetto "Le Vie dell’Amicizia" (sabato 8 luglio), oltre all'appendice autunnale che propone per il prossimo novembre la trilogia rappresentata dalle opere “Cavalleria Rusticana”, “Pagliacci” e “Tosca”, in un progetto guidato da Cristina Mazzavillani Muti. Per info: 39 0544 249244, www.ravennafestival.org .