Xenakis e le Torri

Rubino & Co. per Bologna Festival

Pleiadi (Foto Luca Finotello)
Pleiadi (Foto Luca Finotello)
Recensione
classica
Bologna, Torri di Kenzo Tange
Pleiadi
19 Luglio 2023

Tutti conoscono le due storiche torri medievali che campeggiano nel centro della città di Bologna, a un passo da Piazza Maggiore. Cinquant’anni fa un progetto urbanistico avveniristico, solo parzialmente realizzatosi, ideò un secondo “centro” cittadino, appena fuori dalle mura, con la sua nuova piazza commerciale e ben sette torri bianche di 83 metri attorno ad essa, progettate dall’archistar giapponese Kenzo Tange, capaci di mutare drasticamente lo skylinedella città. All’interno delle torri e nella zona circostante trovarono dunque presto spazio la sede della Regione Emilia-Romagna e numerosi uffici commerciali privati, gli stand della Fiera, la sede regionale della Rai, un centro congressi con teatro EuropAuditorium annesso e da pochi mesi anche la nuova sede provvisoria del Teatro Comunale, denominata Comunale Nouveau. Non giunsero invece mai i cittadini, per la totale assenza di abitazioni, negozi e quant’altro d’indispensabile alla vita quotidiana, così che quella piazza avveniristica pullulante durante il giorno di impiegati e professionisti vari assume la sera l’aspetto di un deserto distopico.

Al suo interno, l’imaginifico sovrintendente e direttore artistico di Bologna Festival, Maddalena da Lisca, ha voluto ripetere quanto fatto lo scorso anno in Piazza Maggiore, utilizzando la Basilica di San Petronio come scenografia per un suggestivo videomapping firmato da Luca Agnani, avente per tema il completamento della facciata incompiuta attraverso la proiezione su di essa dei tanti progetti irrealizzati susseguitisi nel tempo. Lo sfondo scenografico erano invece quest’anno i 3.200 mq di superficie offerti da due torri affiancate, sulle quali Agnani non ha più proiettato immagini realistiche ma soltanto figure astratte, eppur capaci con le loro geometrie, di infondere vita e morte insieme ai due colossi, esaltandoli nella loro altezza o riducendoli a un virtuale cumulo di macerie, sezionandoli negli elementi costitutivi, piegandoli, contorcendoli su sé stessi, fino a resuscitarli in tutto il loro splendore.

Ad esaltare musicalmente le immagini, un estratto da Pléïades di Iannis Xenakis, composizione simbolicamente più che mai pertinente per l’occasione, nata dall’ingegno del celebre architetto-compositore nello stesso anno 1979 in cui le torri vennero fondate, in numero di sette come le ninfe celesti. L’esecuzione, affidata a Simone Rubino e al suo Sonder Ensemble di giovani, strepitosi percussionisti, coronava un concerto musicale di grande impatto coreografico (più di 80 gli strumenti in scena), con composizioni contemporanee di Minoru Miki, Casey Cangelosi, Steve Reich e lo stesso Rubino, intervallate col Bach dell’Arte della fuga reso quasi spettrale dall’esecuzione su marimbe e vibrafoni, e visualizzata dai Pleiades Dance Soloists per le coreografie di Paxton Ricketts.

Pubblico attentissimo e affascinato da ogni suggestione visiva e sonora, preceduto la sera prima dagli under 30 che hanno goduto gratuitamente dell’anteprima, grazie al sostegno fondamentale di AlfaSigma all’intero, formidabile evento.

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