Vespri contemporanei

Al Valli l'opera di Verdi con la regia di Livermore

Recensione
classica
Teatro Valli Reggio Emilia
Giuseppe Verdi
10 Novembre 2013
Al Teatro "Romolo Valli" di Reggio Emilia, la nuova stagione operistica si apre all'insegna del Verdi più complesso e difficile da gestire. Ma a sostenere teatralmente i sempre problematici "Vespri siciliani" c'è la già collaudata regia di Davide Livermore, presentata al Teatro Regio di Torino nel 2011 fra i festeggiamenti per l'Unità d'Italia e vincitrice del Premio Musical America 2012. Non è più la lotta storica fra Siciliani e Angioini ad essere messa in scena, bensì la lotta quotidiana degli Italiani d'oggi contro i soprusi politici, gli inganni mediatici e le idiozie culturali che ci affliggono negli ultimi anni. La lettura è forte, e se non regge nel primo atto per colpa del testo librettistico che dice altro, raggiunge punte di genio nell'ultimo atto. Con simili riscritture della drammaturgia di base, bisognerebbe avere il coraggio d’intervenire parallelamente sul testo verbale, cosa più che lecita in un'opera come questa, data in italiano, le cui parole non corrispondono comunque al testo francese intonato da Verdi. Prova positiva del concertatore Stefano Ranzani, che con pochi tagli guida fermamente orchestra e coro di buona qualità e cerca soluzioni nuove, a cominciare dall’Ouverture che perde le consuete tinte ferrigne per acquistare un'inedita solarità. Cast internazionale generoso ed efficace (abbiamo sentito in parte la seconda compagnia, con Michal Lehotsky buttatosi eroicamente sul ruolo tenorile più difficile scritto da Verdi e il giovanissimo ma già sicuro basso Simon Lim). Punte di eccellenza venivano da Mansoo Kim, che la natura ha beneficiato di uno splendido timbro baritonale e ottima dizione, e dal soprano Sofia Soloviy, applauditissima, che ha offerto un quarto e quinto atto di grande valore, per prestanza vocale e scenica. Si replica a Modena e Piacenza.

Note: Foto ©2013 A. Anceschi. - Coproduzione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Modena (dall'allestimento del Teatro Regio di Torino, OLBE-ABAO Asociacion Bilbaina de Amigos de la Opera Bilbao, Teatro Nacional de São Carlos de Lisboa).

Interpreti: Sofia Soloviy (La duchessa Elena), Michal Lehotsky (Arrigo), Mansoo Kim (Guido di Monforte), Simon Lim (Giovanni da Procida), Elisa Barbero (Ninetta), Alessandro Busi (Il sire di Béthune), Cristian Saitta (Il conte Vaudemont), Oreste Cosimo (Danieli), Jenish Ysmanov (Tebaldo), Costantino Finucci (Roberto), Riccardo Gatto (Manfredo).

Regia: Davide Livermore

Scene: Santi Centineo

Costumi: Giusi Giustino

Coreografo: Luisa Baldinetti, Cristina Banchetti, Davide Livermore

Orchestra: Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna

Direttore: Stefano Ranzani

Coro: Coro Claudio Merulo di Reggio Emilia

Maestro Coro: Martino Faggiani, Fabrizio Cassi

Luci: Vladi Spigarolo

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