Una tragedia senza scena
L'atto unico di Zemlinsky, annunciato in forma semiscenica, si riduce a un concerto con un minimo di azione, e anche l'esecuzione musicale non è completamente adeguata.
Recensione
classica
Firenze, XV secolo. Il mercante Simone scopre la moglie Bianca in compagnia del principe Guido e dapprima si mostra remissivo e servile, cerca di blandire l'aristocratico e di approfittare della situazione per vendergli le sue mercanzie; poi, davanti all'arroganza di questi, lo sfida, lo assale con la spada, infine lo strangola con le proprie mani; la moglie allora gli cade fra le braccia, chiedendogli: Perché non mi hai mai detto che eri così forte? E lui risponde: E tu perché non mi hai mai detto che eri così bella? Sembra Sem Benelli, invece è Oscar Wilde, ma non il miglior Wilde. Alexander von Zemlinsky ne ha tratto Eine florentinische Tragoedie, opera in un atto che il Festival dei Due Mondi ha portato nel cortile d'onore della Rocca di Spoleto: Era annunciata un'esecuzione semiscenica. Ci sarebbe stata una scenografia già pronta - un angolo del portico rinascimentale andava benissimo per la casa di Simone - e i pochi effetti luminosi esplicitamenete richiesti dal libretto - la rossa luce d'una torcia per il duello, il buio totale per l'omicidio, la bianca luce lunare per il bacio finale - avrebbero fatto il resto. Invece l'esecuzione era praticamente in forma oratoriale, con i cantanti quasi sempre fermi davanti al leggio. Guido si toglie la giacca per indicare la sua intimità con Bianca, Simone entra e esce come da copione, Bianca si mette accanto a Guido o a Simone per indicare da che parte pende la bilancia dei suoi sentimenti, alla fine Simone e Bianca si abbracciano e baciano con trasporto. Tutto qui.
Ovviamente non è indicato il nome del regista, così come era avvenuto per scenografo e costumista del Lohengrin: quest'anno il festival perde molti pezzi strada facendo, perché anche Grace Bumbry e Samuel Ramey, precedentemente annunciati, sono spariti dal programma del gran gala operistico del 6 luglio.
Per quest'opera in forma di concerto, della durata di meno di un'ora, il prezzo unico del biglietto era più o meno quello di una poltrona per una prima alla Scala! Non è solo la quantità di quello che si ha in cambio di 100 euro a lasciare interdetti, ma anche la qualità. Tra gli interpreti solo Robert Hyman è assolutamente all'altezza e rende la contorta personalità di Simone, la viltà e la debolezza sotto cui covano violenza e sensualità. Ma Annalena Persson e soprattutto John Daszak danno un'immagine molto sbiadita di Bianca e Guido. La Juilliard Orchestra è formata da studenti, concentrati esclusivamente sull'aspetto tecnico e non stimolati dalla precisa ma scolastica direzione di David Syrus a dare rilievo alla violenza espressionista, alla sensualità straussiana, al decorativismo floreale, all'intrico contrappuntistico che sono il sale di questa fin troppo ricca partitura, che viene così ridotta al suo strato superficiale, complice anche il vento che se ne porta via non piccola parte.
Note: esecuzione in forma semiscenica
Interpreti: Persson, Daszak, Hyman
Regia:
Orchestra: The Juilliard Orchestra
Direttore: David Syrus
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.
classica
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista