Umbria Jazz 4 | Le voci del sud

Mario Biondi e Pino Daniele al festival

Recensione
jazz
Martedì 9 luglio vede protagonista l'Italia con due importanti voci del Sud sul main stage di S. Giuliana: Pino Daniele e Mario Biondi. Per il cantautore napoletano quello di quest'anno è un grande ritorno a UJ, dopo il sofferto live del 2006 tra i fragorosi festeggiamenti dell'Italia campione del mondo ai mondiali di calcio. Con lui una band di tutto rispetto: Tullio De Piscopo alla batteria, Rino Zurzolo al contrabbasso elettrico, Elisabetta Serio al piano e alle tastiere, Lakecia Benjamin al sax, e la vocalist Awa Ly. Alle 21 l'arena è già stracolma, con forse oltre quattromila persone. Dieci minuti dopo la band entra sul palco. Pino Daniele guarda Tullio De Piscopo che dà il via al live. È "Toledo", un vecchio successo del 1980, ad aprire la scaletta del bluesman partenopeo. Poi Daniele fa un salto nel 2001 con "Gente di Frontiera", arricchito negli assoli e potenziato nella ritmica. Inevitabili i cavalli di battaglia come "Napule è", "Quando". Alterna i classici a brani più recenti del suo repertorio come "Searching for the Water of Life", una canzone dedicata a supportare la campagna Every One di Save The Children, contro la mortalità infantile.

La ritmica potente e decisa di De Piscopo è indiscutibile, e con un sound ben definito apre la strada al resto della band. Nuovi arrangiamenti, ben calibrati, evidenziano le qualità dialogiche e solistiche di tutto il gruppo, in particolare della sassofonista Benjamin. Duetta con Awa Ly, ma il bluesman preferisce lo strumento più che la voce: si esprime con i suoi assoli di chitarra che assumono una forma quasi narrativa, evoca sonorità che alludono all'oriente, ma mai troppo distanti dal suo Mediterraneo. Infine, Pino Daniele invita sul palco Mario Biondi a interpretare "Je so' pazzo", in una gran bella versione soul e dopo conclude il concerto con "Yes I Know, My Way" e "A me me piace 'o blues", lasciando il pubblico appagato.

Poi è il turno del siciliano Mario Biondi con la sua super-orchestra. Avvolto in una sciarpa - forse per qualche problema alla voce? - rassicura i suoi sostenitori non appena accenna "Shine on", seguita da "Come to me". La sciarpa viene messa da parte, Biondi saluta il pubblico dell'arena, e non risparmia qualche frecciatina riferita al concerto al buio di qualche giorno prima: «Sono contento di vedervi così tanto partecipi anche perché noi abbiamo acceso la luce e riusciamo anche a vederci». Con il suo vistoso smoking scuro, ornato da motivi floreali argentati su fondo bianco ghiaccio, intona le prime note di "What Have you Done", ondeggia, salta, balla, dondola.
In un viaggio di oltre un'ora, con la sua voce inconfondibile, tra sonorità soul e funky, anche se a volte ripetitive, diverte e compiace il pubblico. Non sono mancate le cover doc, come “Girl blue” di Steve Wonder che Biondi ha inserito nell'album "Sun" e "Close to You" di Bacharach.

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