Tanti auguri Merrill

tUnE-yArDs, alla prima italiana, si conferma come rivelazione dell'indie americano

Recensione
pop
Hiroshima mon amour Torino
02 Marzo 2012
Tune Yards (anzi: tUnE-yArDs, perché così – ha spiegato in un’intervista – i recensori dicono «Maledetta tUnE-yArDs, mi ha rovinato la vita costringendomi ad usare il tasto “shift” troppe volte») è Merrill Garbus. Ex burattinaia del Vermont, autrice di un buon disco di debutto casalingo, Merrill è approdata alla 4AD per il suo secondo album “Who Kill” (anzi: “ w h o k i l l ”. Maledetta tUnE-yArDs). Il disco è una sfrenata miscela di lo-fi alla Beck - specie quello del periodo "Midnite Vultures" - e soul, afrobeat e funk “sbiancato” (si può pensare a qualcosa dei Primus, o – soprattutto – alla scena di Brooklyn, Vampire Weekend in testa), campionamenti e qualcosa di Captain Beefheart o Eugene Chadbourne. Il tutto virato al femminile. Un grosso rischio, da ricreare live. Nella prima data del suo tour italiano, all’Hiroshima Mon Amour di Torino, la prima in Italia in assoluto, tUnE-yArDs affronta il palco con grazia deliziosa, inattesa vista la grana quasi transgender della voce. Tutto quello che su cd poteva apparire fuori fuoco, o sovraprodotto, prende forma dal vivo come originalissimo marchio di stile: affiancata dal bassista Nate Brenner e da una piccola sezione fiati (sax alto e tenore), Merril si accompagna con l’ukulele, con un timpano e un rullante, con percussioni improvvisate, con la sua stessa voce. Tutto è campionato al volo e sovrapposto in strati con precisione millimetrica, tanto di intonazione quanto di ritmo. Niente di troppo tecnologico: due microfoni, due loop station di quelle più economiche, un delay e poco altro. Per la sua toccante genuinità e la rara capacità di inventarsi una musica che schizza idee da tutte le parti senza mai essere cerebrale, tUnE-yArDs si conferma come una delle future dive indie. Almeno, glielo auguriamo. «È già mezzanotte? Allora è il mio compleanno!» annuncia fiera prima dei bis. Si finisce così ad inventarsi una pronuncia sensata del suo nome, per cantare tutti in coro «Happy Birthday, tUnE-yA-a-a-a-rDs». «Merrill!», corregge lei. Auguri, ancora.

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