Siroe riavvicina pubblico, cantanti e orchestra

Esperimento di messinscena per il Siroe di Haendel, Jorge Leville ha infatti espanso i tradizionali confini della scena invadendo pubblico e orchestra. Nello spettacolo totale la musica mantiene inalterati i suoi connotati grazie alla bravura dei cantanti e, soprattutto, al rigore filologico dell'orchestra diretta magistralmente da Andrea Marcon. Grande successo di pubblico.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Georg Friedrich Haendel
28 Dicembre 2000
È la volontà di realizzare un esperimento a dare forma al "Siroe, re di Persia" di G. F. Haendel, andato in scena, per la prima volta in tempi moderni, ieri sera a Venezia: vivificare i rigidi schemi del melodramma settecentesco restituendo allo spettacolo il dinamismo del teatro vero e proprio. Così nella regia di Jorge Lavelli i tredici metri per trentaquattro, che racchiudono la sala rettangolare della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, hanno accolto sullo stesso livello pubblico cantanti e orchestra, secondo una disposizione che ha permesso il crearsi di più traiettorie di recitazione, in costante collisione con la dimensione degli ascoltatori, ma anche dell'orchestra, divenuta "coro"; all'annullamento della distanza scena - sala ha poi contribuito la scelta dei costumi, cuciti secondo una moda vagamente primi novecento. Riaperta la comunicazione tra spettacolo e spettatore, e questa iniziativa giova soprattutto ai recitativi che si riappropriano del loro contenuto di azione, la rappresentazione si fa più energica, più viva appunto, dotata ora di un senso anche drammaturgico. Nel rinnovamento la musica tuttavia rimane rigorosamente fedele a sé stessa, tanto da rendere quasi paradossale il suo accostamento ad un allestimento così "vicino" a noi. Se infatti costumi e gesto poco hanno a che fare con la misura del primo '700 inglese, a riaffermare quell'età restano comunque le forme e la sonorità della musica di quel tempo: da un lato il rigido strofismo delle arie, unito allo stile vocale arduo ed inclemente che gli interpreti hanno domato con bravura, Jaho Ermonela (Laodice), Lorenzo Regazzo (Cosroe) sono state forse le voci di spicco; dall'altro il timbro ricostruito filologicamente dalla Venice Baroque Orchestra che sotto la direzione magistrale di Andrea Marcon ha fornito una performance di altissimo livello, con una sempre ottima scelta degli stacchi di tempo ed un senso della sonorità che ha restituito a pieno la bellezza della musica di Haendel. Esperimento riuscito? Sì, se questo è servito a rompere le rigide divisioni recitativo - aria; grande successo di pubblico.

Note: nuovo all.

Interpreti: Kutzarova, Regazzo, Ciofi, Ermonela, Giorgelé, Balconi

Regia: Jorge Lavelli

Scene: Lauro Crisman

Costumi: Francesco Zito

Orchestra: Venice Baroque Orchestra

Direttore: Andrea Marcon

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Al Teatro Sociale di Rovigo va in scena La voix humaine e a Padova l’OPV propone L’histoire de Babar

classica

A Santa Cecilia, all’Opera e al Teatro Olimpico tre diverse edizioni del balletto di Čajkovskij

classica

A Piacenza la stagione d’opera si apre con successo con una Madama Butterfly dall’efficace segno musicale