Fra dottore e farmacista vincono i giovani
L'Oper Frankfurt presenta il raro Singspiel "Doktor und Apotheker" di von Dittersdorf al Bockenheimer Depot

Difficile a credersi, eppure c'è stato un tempo in cui Doktor und Apotheker (Dottore e Apotecario) ha messo in ombra per popolarità persino la quasi contemporanea Nozze di Figaro. Tenuto a battesimo al Burgtheater di Vienna nel 1786, il Singspiel in due atti di Carl Ditters von Dittersdorf su un libretto di Johann Gottlieb Stephanie il Giovane (lo stesso del Ratto dal Serraglio) godette di grande popolarità nella Vienna imperiale, con una ripresa con modifiche e aggiunte per Londra in lingua inglese, prima di apparizioni piuttosto rarefatte anche nei paesi di lingua tedesca. A solo pochi giorni dal debutto del Postillon de Lonjumeau sul palcoscenico maggiore, l'Oper Frankfurt presenta un nuovo allestimento di Doktor und Apotheker al Bockenheimer Depot. Cambia la regia (in questo caso di Ute M. Engelhardt), ma non la mano di scene e costumi che è quella di Kaspar Glarner, la stessa del Postillon. Diversa è però l’atmosfera e l’epoca scelta per questa farsetta, che è quella di un Ottocento maturo almeno nei costumi, mentre le scene in bianco e nero sembrano prese dalle pagine illustrate di un vecchio libro per bambini. Spiritosa ma con misura la regia, e spiritose sono soprattutto le ariose animazioni di Jorge Cousineau che contrappuntano con immagini spesso surreali sul bianco delle scene gli animati intrecci sul palcoscenico.
La vicenda viene messa in moto dalla rivalità professionale dell’apotecario Stößel (ossia Pestello), un pasticcione animato da un sano slancio scientifico, con il medico Krautmann (ossia l’uomo delle erbe). Il figlio di questi, Gotthold, ama, ricambiato, la figlia di Stößel, Leonore, ma il padre e soprattutto la madre Clara la vogliono sposa del Capitano Sturmwald (ossia bosco in tempesta), privo di una gamba ma facoltoso. Ovvio che l'intraprendente Gotthold non si rassegni a perdere la donna che ama e con l’amico Sichel, a sua volta innamorato dell’altra figlia degli Stößel, Rosalie, penetrano nottetempo in casa dell’apotecario per rapire le due fanciulle (con l’inevitabile rimando al mozartiano Ratto dal Serraglio anche in qualche battuta spuria aggiunta ai dialoghi). Il tentativo, piuttosto maldestro, dà la stura a una serie di equivoci e travestimenti che si concluderanno con l’inevitabile lieto fine e la vittoria dell’amore delle due giovani coppie sulle rivalità professionali dei barbogi genitori.
Se la trama rimanda a quella delle più tarde farse giovanili rossiniane – e anche in questo caso la matrice del libretto proviene dalla commedia francese L‘Apothicaire de Murcie ou Les amans plus heureux que sages – non è altrettanto dinamica la scrittura musicale di von Dittersdorf, priva del nervo del pesarese ma anche delle geniali accensioni mozartiane, e più accordata alle languorose atmosfere sentimentali che alle frequenti parentesi comiche, tutte piuttosto convenzionali.
È proprio questo l'aspetto che mette maggiormente in risalto la delicata direzione di Alden Gatt, più versata nel colore che nel ritmo (compreso di qualche assieme un po’ sbilenco), oltretutto interrotto dai frequenti dialoghi parlati. Ben affiatata la compagnia di canto, fatta quasi interamente da membri dell'ensemble del teatro. Tronfi come ruolo impone i due bassi Božidar Smiljanić (Stößel) e Thomas Faulkner (Krautmann padre) affiancati dall'estro comico di Peter Marsh (Sturmwald), più convincente nel parlato che condisce di spiritose contaminazioni americane. Ben assortito anche il comparto femminile, dominato dalla Claudia di gran carattere di Kelsey Lauritano, che una stravagante torsione registica trasforma nel finale da madre attenta soprattutto alle finanze domestiche in sfegatata suffragetta a difesa di tutte le donne figlie comprese, che sono le frizzanti Elizabeth Reiter (Leonore) e Lubov Karetnikova (Rosalie).
Il titolo insolito attira un pubblico numeroso sulla gradinata del Bockenheimer Depot. Caldi applausi.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
All’Oper Frankfurt un nuovo allestimento dell’opéra comique Le postillon de Lonjumeau di Adolphe Adam