Se Niccolò batte Amadeus

A Ravenna: l'altra "Betulia" diretta da Muti

Recensione
classica
Ravenna Festival Ravenna
05 Luglio 2010
Con "La Betulia liberata" di Jommelli giunge al termine il ciclo pluriennale che Muti ha voluto meritoriamente dedicare alla cosiddetta Scuola Napoletana Settecentesca, fra opera, oratorio e musica sacra, con una serie di titoli riesumati per l'occasione al Ravenna Festival in coproduzione col salisburghese Festival di Pentecoste. Quest'ultima proposta è forse la più felice: la musica è splendida, fresca e frizzante, espressione d'uno Jommelli nel pieno del suo fulgore creativo (là dove la "Betulia" del quindicenne Mozart, fra le cui repliche tale evento opportunamente s'inserisce, suona come diligente imitazione d’uno stile altrui); il cast vocale è di primo livello e la dimensione concertistica, negli ampi spazi della basilica bizantina di Sant'Apollinare in Classe, annulla paradossalmente quel senso di staticità che la riproposta scenica (di un'opera seria settecentesca e ancor più, in via eccezionale, di un oratorio) procura a una drammaturgia dove l'aria di spropositate dimensioni non è interruzione dell'azione ma suo punto d'arrivo e fulcro estetico. Con Jommelli, rispetto a Mozart, Muti cambia poi marcia e ricorre agli elementi più esteriori dei barocchisti: il cantante falsettista e un ricco basso continuo fatto di cembalo, organo, viola da gamba e sin arpa, che si alternano diligentemente anche nelle arie; ma la sostanza sonora che ne esce è altra, con tempi mai affrettati (lui, tante volte accusato di eccessiva vitalità) e sonorità calde e piene, mai taglienti. Encomiabile per rigore esecutivo e qualità canora il controtenore Giovannini, fra i pochissimi falsettisti oggi avallabili; in bella ascesa vocale ed espressiva la Polverelli, dopo un avvio incerto condizionato da una fonazione stranamente “intubata”. Efficaci Korchak e Priante. Impeccabile il coro.

Interpreti: Laura Polverelli (Giuditta), Antonio Giovannini (Ozìa), Dimitri Korchak (Carmi), Vito Priante (Achior)

Orchestra: Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

Direttore: Riccardo Muti

Coro: Philarmonia Chor Wien

Maestro Coro: Walter Zeh

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