Romitelli spettrale psichedelico

Firenze: concerto di chiusura della stagione G.A.M.O. omaggio al compositore nei 20 anni dalla morte.

Gamo Ensemble
Gamo Ensemble
Recensione
classica
Murate Art District, Firenze
Musiche di Romitelli
22 Settembre 2024

Fausto Romitelli (1963–2004) è forse l’italiano che ha più approfondito e vissuto il pensiero spettralista, la corrente musicale nata in Francia al termine degli anni 70 che intende lo spettro del suono come materia da manipolare e modificare, diremmo, geneticamente, lavorando sugli armonici (che potremmo definire un po’ come i cromosomi del suono). Romitelli ha saputo coniugare l'elettronica e l'acustica in modo innovativo, creando un linguaggio musicale profondo e originale. Scomparso prematuramente a 41 anni, è appropriato che se ne parli e lo si ascolti a 20 anni di distanza, perché il suo percorso declina in sintesi personalissime filosofie compositive che molta influenza hanno sulla composizione contemporanea. Di Romitelli il Gamo Ensemble ha proposto due brani fra i più noti, “Domeniche alla periferia dell’impero. Prima domenica” (1995-1996) e “Seconda domenica: hommage à Gérard Grisey” (2000), per flauto, clarinetto, violino e violoncello. 

Non è facile incontrare questo compositore nei programmi italiani, anche in Festival dedicati alla contemporaneità, di più in Europa, Francia soprattutto, dove egli fu ricercatore presso l’Ircam di Parigi. Fa eccezione la Biennale Musica di Venezia dell’anno scorso, che gli ha dedicato un’intensa esecuzione e una tavola rotonda su “Professor Bad Trip”. Su questo brano, prima del concerto alle Murate, è stata presentata la nuova pubblicazione da Luigi Manfrin, autore del libro, in dialogo con il direttore artistico del Gamo Francesco Gesualdi. Luigi Manfrin è compositore e ricercatore che con Romitelli ha condiviso anni di apprendistato alla bottega chigiana di Franco Donatoni, ed è lui stesso ad attestare come Romitelli fosse fortemente influenzato dall'idea di suono come entità organica, in evoluzione costante, e come il suo lavoro si collochi al confine tra la musica colta contemporanea e le influenze del rock, dalla psichedelia alla musica elettronica. Un’attitudine visionaria, capace di integrare influenze apparentemente eterogenee, dai Pink Floyd ai compositori spettrali come Gérard Grisey, per cui nutriva alta stima, e al tempo stesso - come il titolo ‘…alla periferia dell’impero’ suggerisce - un temperamento incline alla curiosità verso i linguaggi musicali periferici low-fi, extra-accademici. Visioni di un mondo ai margini, sia dal punto di vista sonoro che tematico, esplorazioni sonore post-apocalittiche. 

Nei due brani proposti dal Gamo Ensemble si notava la mescola di sonorità stratificate, aspre, e al tempo stesso la ricchezza di sfumature timbriche. Suono come materia da modificare in senso vitale, deformandolo, disseccando fino a sfiorare il silenzio, con soffi appena intonati nei fiati, graffi per gli archi sulle corde agli armonici. Romitelli unisce poi l’uso di suoni poveri-quasi rumori (il fischio accordatore al flautista, il kazoo per il clarinettista), ma la timbrica non è elemento che esaurisce la sua ricerca, e tutto sommato i manifesti estetici che poi non si incarnino in brani riusciti e convincenti lasciano il tempo che trovano. Nei brani di Romitelli proposti dal Gamo si nota autentica ispirazione e intensità, ad esempio nel primo, un caleidoscopico do minore, piuttosto statico, con le note chiave richiamate e rimbalzate all’interno del quartetto, sporcate da un insistente tritono (sol b) e da una sensibile discendente (re b). Affascinante e, diremmo, ipnotico. D’altronde nel 1995, anno di composizione del brano, Romitelli ha da poco terminato il suo apprendistato presso l’IRCAM di Parigi con la composizione “En Trance” per ensemble. 

A Romitelli il programma accostava due brani di Luigi Manfrin, “Disappearing in the black of fullness”, video – art ispirato ad Edgar Allan Poe, e “Sound visions... inside Tintoretto” per ensemble ed elettronica. È Manfrin stesso che ci dice del suo intento di comporre visioni sonore ispirate ad alcuni teleri di Tintoretto non come mero commento musicale, ma in senso profondo: seguire il gioco luminoso-chiaroscurale delle forze, dei pesi, delle tensioni e delle torsioni polarizzanti del pittore. Una sensibilizzazione sonora degli spazi, delle profondità e dei movimenti visivi del Tintoretto, ovvero un trapasso creativo delle visioni ottiche in visioni uditive. Abbiamo potuto apprezzare l’esecuzione appassionata del Gamo Ensemble: Antonella Bini, Giovanni Riccucci, Michele Bianchini, Marco Facchini, Lucio Labella Danzi, Giacomo Piermatti, Ilaria Baldaccini. Di Luigi Manfrin la regia del suono per la parte elettronica, Cristiano Tassinari il video maker, Francesco Gesualdi, fisarmonica e direzione. 

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