Róisín Murphy, lasciarti non è possibile

Code, caldo e zanzare per il concerto di Róisín Murphy a Milano

Foto Elena di Vincenzo (dalla pagina di Vivo Concerti)
Foto Elena di Vincenzo (dalla pagina di Vivo Concerti)
Recensione
pop
Castello Sforzesco, Milano
Róisín Murphy
16 Luglio 2023

Unica data italiana per la cantante irlandese naturalizzata britannica Róisín Murphy all’interno della rassegna Milano è Viva – Estate al Castello, in scena dal 21 giugno al 10 settembre sul palco allestito nel suggestivo Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano. 

– Leggi anche: Róisín Murphy ha voglia di dancefloor, e anche noi

Partiamo dalle cose negative: un solo ingresso e quindi coda infinita (con il caldo –  non imputabile agli organizzatori – non proprio una cosa piacevole) che ha causato un’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata; ritiro dei tappi e delle confezioni di insetto-repellenti in plastica quando all’interno vendevano bevande, acqua inclusa, in lattine, senz’altro più pericolose; gli insetto-repellenti avrebbero fatto davvero comodo vista la quantità impressionante di zanzare, anch’esse non imputabili agli organizzatori; sarebbero stati necessari più punti di ristoro per abbreviare i tempi di attesa (tra coda alla cassa e coda per ritirare le bevande si era intorno alla mezz’ora, vale a dire quasi mezzo concerto: inaccettabile).

Ultimo punto ma non meno importante, la segnaletica per i servizi igienici era totalmente assente e comunque i bagni erano posizionati in un altro settore del castello: tra andata e ritorno quasi un quarto d’ora (hanno già inventato i bagni chimici, posizionabili nella stessa area dove c’è il palco).  

Chiudo il mio cahier des doléances e passo a occuparmi del concerto, anche se quanto appena elencato non mi ha bendisposto nei confronti dell’esibizione dell’incolpevole Murphy.

Cinque strumentisti di accompagnamento, visual molto colorati, fascinose riprese in bianco e nero di Róisín effettuate sul palco e proiettate in tempo reale sullo schermo alle spalle del gruppo, una scaletta di quindici canzoni di cui quattro faranno parte di Hit Parade, il nuovo album in uscita a settembre, e cinque o sei cambi di look, anche con l’impiego di parrucche a cui la cantante ci ha abituato coi suoi video. Si parte subito a pieno ritmo con “Can’t Replicate”, brano house che farà parte della nuova raccolta.

Se nell’articolo di presentazione avevo espresso dei dubbi sui tre brani nuovi resi fruibili finora, devo ammettere che dal vivo “CooCool”, “The Universe” e “Free Will” sono risultati più interessanti grazie ad arrangiamenti più “tirati”. Bisogna riconoscere che la scelta di aprire con tre inediti inframmezzati da “Overpowered”, brano del 2007, è stata senz’altro coraggiosa.

Anche “Let Me Know” arriva dal 2007, mentre verso la fine del concerto ha fatto la sua comparsa “Ramalama (Bang Bang)”, presente in Ruby Blue, album del 2005.

Tre sono stati i brani estratti da Róisín Machine, il fortunato album di tre anni fa, vale a dire “Something More”, accolta da un boato – e col pensiero si torna al periodo della sua pubblicazione, quei primi giorni del lockdown, novità che ci sembrò persino pittoresca se non fosse stato per quel tragico conteggio serale dei morti, con la gente sui balconi, «rimaniamo distanti oggi per abbracciarci più forte domani», «ce la faremo», «ne usciremo migliori», ma in realtà ne siamo usciti (forse) più fragili e usiamo la violenza spacciandola per forza –, “Incapable” e “Murphy’s Law”, quest’ultima purtroppo in una versione ridotta.

Non potevano mancare due canzoni del periodo Moloko, e quindi stiamo parlando della fine degli anni Novanta. Ecco la prima, “The Time Is Now”.

Seguita poi dalla celeberrima “Sing It Back”, cantata a gran voce dai presenti, se non impegnati nelle code di cui sopra. 

 C’è ancora spazio per “Flash of Light”, canzone del 2012 scritta da Luca C, marito italiano di Róisín, e Brigante e già originariamente cantata dalla Murphy.

Giudizio finale? Concerto bello ma non bellissimo, con una parte centrale che ha manifestato un calo di ritmo che ha generato un po’ di noia.

Ops, stavo quasi per dimenticare di parlare del finale: accompagnata solo da Jamie McCredie alla chitarra acustica Róisín si è lanciata in una toccante versione di “Ancora tu” di Lucio Battisti, a cui naturalmente si è unito tutto il pubblico. Nulla a che vedere con le paraculate messe in atto dai Coldplay durante le recenti date del loro tour italiano, ma una versione sentita e soprattutto in repertorio da qualche anno. Non ci resta che aspettare il nuovo album ma, citando Battisti (o meglio, Mogol), una cosa è certa: Róisín, lasciarti non è possibile.

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