Rigore e estemporaneità
Fra classica e jazz, il pianista Vassilis Tsabropoulos a Genova

Recensione
jazz
Si è aperta con un solo del pianista greco Vassilis Tsabropoulos la Rassegna Suoni, parole, ritmi del mondo organizzata a Genova a Villa Bombrini dall’Associazione Culturale Jazzlighthouse. Tsabropoulos è un eccellente pianista dalla raffinata formazione classica, oggi forse il migliore in Grecia, che ha trovato il modo di mescolare senza forzature il calibrato rigore del linguaggio eurocolto con l’estemporaneità del jazz e alcuni dei suoi elementi, raggiungendo anche un profondo equilibrio tra esattezza timbrica e vaghezza coloristica. Un’estetica di cui ha fornito un vero e proprio illuminante saggio nell’accogliente residenza settecentesca de La Superba. Manifesto di questo personale approccio, è stata la sorprendente esecuzione della celebre “Pavane” di Gabriel Fauré, che il pianista di Atene ha saputo reinventare con l’impeccabile gusto del suo coraggioso improvvisare. A questa si sono succedute una serie di sue inedite e interessanti composizioni, oltre che un impervio studio di Chopin (sul finale), un mirabolante brano di Rachmaninov dall’elevato coefficiente di difficoltà, e il cristallino primo movimento di una sonata per pianoforte di Mozart. Il tutto a memoria e senza alcuna sbavatura. La prova di un grande musicista a proprio agio su tutti i registri dello strumento, profondo conoscitore delle dinamiche sulla tastiera e delle meccaniche sonore interne al pianoforte, abile nell’affrontare con naturalezza anche i passaggi più intricati - grazie all’agilità e alla notevole indipendenza delle mani - giostratore delle più svariate sonorità, interprete (ora) dal fare quieto e sognante, (ora) dall’impeto vibrante e però controllato, solista spesso minimale e al contempo capace di gestire al meglio struttura e complessità. Ragguardevole.
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