Prince fa il vetero
Il suo nuovo disco (un prodotto in agonia) sarà di nuovo allegato gratis a giornali (prodotti in agonia)
Recensione
pop
La storia è questa: che l’imminente disco nuovo di sua maestà Prince Rogers Nelson, intitolato "20Ten", uscirà nei prossimi giorni come allegato gratuito di alcuni magazine e quotidiani europei. Tra questi: il “Daily Mirror” in Gran Bretagna (tiratura prevista: due milioni e mezzo di copie), il “Courier International” in Francia, l’“Het Nieuwsblad” in Belgio e l’edizione tedesca di “Rolling Stone”. Il pacchetto comprende inoltre interviste esclusive sui rispettivi territori nazionali e convenzioni di varia specie legate ai concerti che il Principe terrà nei Paesi interessati. Nemmeno si tratta di una novità, visto che tre anni or sono un’iniziativa analoga riguardò oltremanica l’album precedente, "Planet Earth", smerciato gratuitamente insieme al “Mail On Sunday” (cosa che provocò la levata di scudi dei distributori tradizionali e di iTunes, che boicottarono il prodotto quando lo stesso venne messo in commercio nei canali convenzionali).
La questione però è un’altra. Che espressa in modo provocatorio può esser detta così: due zoppi fanno un individuo sano? Nel senso che associare un tipo di prodotto in evidente crisi sistemica (il disco) a un altro non meno in difficoltà (la carta stampata in genere) sembra una mossa antistorica nel pieno fulgore dell’era digitale. Prince ha una risposta per questo. La traiamo da un’intervista pubblicata giorni fa dal “Telegraph”: «Internet è definitivamente alla frutta. Non vedo perché dovrei affidare la mia nuova musica a iTunes o simili. Non mi versano anticipi per quello e poi si arrabbiano se non riescono a ottenerlo». E ancora: «Internet è come Mtv, che a un certo punto era di moda e poi di colpo è diventata obsoleta». Infine: «Tutti i computer e quei gadget digitali non vanno bene. Ti riempiono la testa di numeri e quello è nocivo». Morale: ha persino chiuso il suo sito web. Peccato che, ostaggio dei propri malumori, un artista di così grande levatura (almeno in passato) prenda lucciole per lanterne e non capisca che il mondo andrà avanti comunque, con lui o senza di lui.
La questione però è un’altra. Che espressa in modo provocatorio può esser detta così: due zoppi fanno un individuo sano? Nel senso che associare un tipo di prodotto in evidente crisi sistemica (il disco) a un altro non meno in difficoltà (la carta stampata in genere) sembra una mossa antistorica nel pieno fulgore dell’era digitale. Prince ha una risposta per questo. La traiamo da un’intervista pubblicata giorni fa dal “Telegraph”: «Internet è definitivamente alla frutta. Non vedo perché dovrei affidare la mia nuova musica a iTunes o simili. Non mi versano anticipi per quello e poi si arrabbiano se non riescono a ottenerlo». E ancora: «Internet è come Mtv, che a un certo punto era di moda e poi di colpo è diventata obsoleta». Infine: «Tutti i computer e quei gadget digitali non vanno bene. Ti riempiono la testa di numeri e quello è nocivo». Morale: ha persino chiuso il suo sito web. Peccato che, ostaggio dei propri malumori, un artista di così grande levatura (almeno in passato) prenda lucciole per lanterne e non capisca che il mondo andrà avanti comunque, con lui o senza di lui.
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