Mauger in Laguna

A Venezia primo appuntamento con la sessione primaverile di "Risonanze"

Mauger Trio (foto Pat Ferro)
Mauger Trio (foto Pat Ferro)
Recensione
jazz
Teatro Fondamenta Nuove Venezia
23 Marzo 2009
Metti una sera a Venezia con il Mauger trio, ovvero Rudresh Mahanthappa, Gerry Hemingway e Mark Dresser. Metti un disco pubblicato di recente su Clean Feed che ha creato le giuste attese ("The Beautiful Enabler"), e infine aggiungi un teatro, il Fondamenta Nuove, con la sua acustica avvolgente, la scenografia elegante e quelle pareti in mattoni a vista che grondano storia e calore. Il risultato non può che essere un concerto da ricordare. Da ricordare, al di là delle suggestioni lagunari, per un’ora e mezza di musica emozionante, intensa, suggestiva. Aperture, dilatazioni, costruzioni e de-costruzioni, libertà e rigore: un gioco di contrapposizioni mediate la formula Mauger, organismo che vive, respira e scalcia. E se la sezione ritmica (La Sezione Ritmica) non ha bisogno di presentazioni (con Dresser e Hemingway tutto è possibile), il giovane Mahanthappa è forse uno dei talenti più cristallini emersi dalla scena americana dell’ultimo decennio. Al contralto Rudresh possiede una voce larga e possente, che tradisce con discrezione (e con nostra somma delizia) la matrice indiana del musicista. In scaletta, ovviamente, molte delle composizioni contenute nel recente debutto, a partire dalla pulsante “Acuppa”, uscita dalla penna free di Hemingway, passando per la dolce “I’ll See You When I Get There” di Mahanthappa, fino a una versione tutta spigoli e astrazioni della monkiana “Oska T.”. Ricchissima la varietà di situazioni e formule, per un’intesa miracolosa che solo i grandi sanno trovare.

Interpreti: Rudresh Mahanthappa: sax contralto; Mark Dresse: contrabbasso; Gerry Hemingway: batteria.

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