A Marat e Sade piace Vivaldi

Il Marat-Sade di Weiss si unisce imprevedibilemnte alle musiche di Vivaldi: ma è un unicum irripetibile più che la scoperta di una nuova forma di unione di teatro e musica.

Recensione
classica
Teatro Argentina Roma
con esecuzione dal vivo de "Le quattro stagioni" da "Il Cimento dell'Armonia e dell'Inventione, Opera VIII", di Antonio Vivaldi
11 Gennaio 2005
Le ragioni dell'esecuzione dal vivo delle Stagioni di Vivaldi in contemporanea con la rappresentazione del Marat-Sade di Weiss apparivano oscure, contorte, pretestuose. Vivaldi è storicamente lontano dall'epoca di Marat e Sade e da quella di Weiss. Le parole ispide, rotte, urlate messe da Weiss in bocca ai ricoverati del manicomio di Charenton, che rappresentano l'assassinio di Marat sotto la guida di Sade, sono inconciliabili con la musica settecentesca. Il descrittivismo di Vivaldi è totalmente estraneo alla rabbiosa riflessione politica di Weiss. Invece l'abbinamento funziona alla perfezione. Il lieto e ciarliero attacco della Primavera sembra pensato espressamente per commentare l'ottimismo illuminista con cui il direttore del manicomio introduce la rappresentazione. Dalla fissità della ripetizione ostinata di un breve passaggio nasce un tempo fuori dal tempo, in cui si rispecchia il mondo mentale stravolto dei pazzi che stanno lentamente entrando in scena. Sono innumerevoli le analogie tra testo e musica scovate da Walter Le Moli e Fabio Biondi. Le parole sono state accuratamente collocate sulla partitura, come un melologo, perciò i concerti di Vivaldi - eseguiti nella loro integrità, con qualche ripetizione e qualche interruzione - impongono il loro ritmo alla recitazione dei pazzi, che dunque è soggetta a tempi non realistici, è comandata da regole esterne, è alienata, senza bisogno di grida e convulsioni da manicomio. Ridotta al minimo l'azione, quasi cancellati i singoli personaggi, tutta l'attenzione va al testo di Weiss, che si dimostra una sempre attuale meditazione su ogni forma di potere, assai più profonda del ribellismo pre-sessantottesco che ricordavamo. Quanto all'interpretazione di Biondi è nervosa, rabbiosa, isterica, interessata agli affetti più che alle descrizioni, ancor più che nella sua nota incisione. Vivaldi ha aiutato per vie misteriose a scoprire aspetti segreti di Weiss ma forse è avvenuto anche l'inverso.

Note: coproduzione Teatro Stabile di Torino, Teatro di Roma e Fondazione Teatro Due di Parma. Recite: dall'11 al 22 gennaio al Teatro Argentina di Roma e dal 18 al 30 giugno al Teatro Astra di Torino

Interpreti: Giancarlo Ilari, Roberto Abbati, Paola De Crescenzo, Davide Livermore, Cristina Cattelani, Paolo Bocelli, Marco Toloni, Alessandro Loim Roberta Sferzi, Maurizio Rippa, Pino L'Abbadessa, sergio Filippa, Roberta Cortese, tania Rocchetta, Francesca Ciocchetti, Alessandra Tomassini, Irene D'Agostino, Silvia Trentini

Regia: Walter Le Moli

Scene: Tiziano Santi

Costumi: Nullo Ricchetti realizzat da Giovanna Avanzi

Orchestra: Orchestra Europa Galante

Direttore: Fabio Biondi

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