Macbeth torna alla Pergola

Ottimo successo a Firenze per la prima versione dell’opera verdiana

Recensione
classica
Maggio Musicale Fiorentino Firenze
Giuseppe Verdi
17 Giugno 2013
Nessuna soluzione si profila ancora per la salvezza del Maggio, che, così restando le cose, sembra andare davvero verso l’epilogo peggiore, ultimo episodio le dimissioni del direttore di Maggiodanza Francesco Ventriglia. Ma intanto quest’edizione del festival del Maggio Musicale Fiorentino si avvia a chiusura con orgoglio, con un Macbeth notevole sotto tutti gli aspetti. Si ripropone, nell’anno verdiano-wagneriano, la prima versione (1847) dell’opera là dov’era nata, al Teatro della Pergola, restituendone l’identità originaria, fra spiriti ed eredità romantiche e persino belcantistiche (pensiamo alla vibrante cabaletta “Trionfai !” della Lady), senza alcune delle pagine più alte della revisione parigina, come “La luce langue”, ma fotografandone alla perfezione l’ambiziosa ricerca annidata già negli “anni di galera”, all’insegna della compattezza e della ricerca del vero.La realizzazione è all’altezza, con James Conlon che dalla buca dell’orchestra riconferma la sua valentìa verdiana all’insegna di una bella giustezza di tempi e d’accenti, e con la messinscena di Graham Vick (scene e costumi Stuart Nunn), che ambienta la fosca vicenda shakespeariana in una sorta di modernariato molto british, come tra Downing Street e spy-story, che ha i suoi colpi d’ala in invenzioni all’insegna del grottesco (le streghe, tossiche prostitute alla Transpotting, e bravissime anche come attrici, le signore del coro del Maggio, i sicari di Banquo-camerieri del garden-party del finale secondo) ma anche in visioni toccanti, come il desolato terminal degli autobus di “Patria oppressa”. Di valore anche il cast in cui spiccano giustamente per incisività e generosità vocale Macbeth e la Lady, Luca Salsi e Tatiana Serjan. Successo ottimo.

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