Lo spazzacamino a teatro
Molto più di un concerto, un evento: il ritorno in Italia di Tom Waits
Recensione
pop
Molto più di un concerto. Evento mondano: con in platea, nel corso delle tre serate, i volti noti di Benigni, Capossela, Milva e altri ancora. Poiché il ritorno in Italia di Tom Waits col tour Glitter and Doom era davvero tale. E che ad accompagnarlo fosse in fondo una band di onesti turnisti - nessun Marc Ribot o Greg Cohen al suo fianco, in compenso il figlio Casey alla batteria - non ha tolto un’oncia di valore alle performance. Il carisma del personaggio è infatti gigantesco. Acconciato come una specie di spazzacamino, che ogni volta che pesta i piedi per terra solleva una nuvola di polvere, il vecchio Tom fa del pubblico ciò che vuole. Sollecita con misurata ruffianeria l’handclapping, chiama ai cori con sapienza consumata e gigioneggia senza pudore - giocando con un immaginario bulbo oculare reso pallina di gomma in “Eyeball Kid” e indossando a un certo punto un improbabile cappello a specchio che riflette le luci come uno stroboscopio - con la sua aria da orco buono, tipo uno Shrek assai più snello con voce da ventriloquo. E in musica, mette in scena un compendio antologico della propria imponente biografia discografica. A sua volta riassunto del Grande Novecento: Tin Pan Alley, Kurt Weill, Nino Rota, Howlin’ Wolf, Bob Dylan... Comincia luciferino – come in tutta la tournée: personificherà del resto il Diavolo nel prossimo film di Terry Gillian, "The Imaginarium of Doctor Parnassus" – con “Lucinda”, inanella classici da groppo in gola tipo “Tom Traubert’s Blues” e “Cold Cold Ground”, intona madrigali ebbri (“Innocent When You Dream”) e cadenza spastici rhythm’n’blues (“Make It Rain”) con naturalezza e senso dello spettacolo. E alla fine il teatro viene giù a forza di applausi, ovviamente.
Note: dal 17 al 19 luglio, al teatro degli Arcimboldi di Milano
Interpreti: Tom Waits: voce, pianoforte e chitarra. Seth Ford: basso. Vincent Henry: fiati. Omar Torrez: chitarra. Casey Waits: Batteria e percussioni. Sullivan Waits: percussioni e clarinetto Patrick Warren: tastiere.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
pop
Ai Docks di Losanna la musica resistente dei veterani Godspeed You! Black Emperor
pop
Il cantautore friulano presenta in concerto l’album d’esordio Hrudja
pop
Un grande live al nuovo Jumeaux Jazz Club di Losanna (con il dubbio che a Bombino lo status di condottiero tuareg cominci a pesare)