L'ingombrante passato dei The Jesus and Mary Chain
La band scozzese al Todays per la loro unica data italiana
Recensione
pop
Ci sono dischi capaci, come si suol dire, di determinare un prima e un dopo nella storia della musica: Psychocandy, in ambito indie rock, fa parte di questo club esclusivo. Non è un caso, allora, che a oltre 30 anni dalla pubblicazione del loro capolavoro i The Jesus and Mary Chain si presentino sul palco con il titolo dell'LP sparato a caratteri cubitali come unica scenografia. Non è un caso e forse non è nemmeno un buon segno: perché mai una band dovrebbe "citarsi addosso" in maniera tanto spudorata, celebrando i fasti di un passato glorioso ormai lontano e irripetibile? Senza nemmeno la scusa, tra l’altro, di un concerto interamente dedicato al disco in questione? Ma i brutti presentimenti – corroborati da una fama non certo positiva che i live della band da decenni si portano dietro – non finiscono qua: il concerto torinese (quest’anno l'unico in Italia) non fa nemmeno in tempo a iniziare che il cantante, infastidito da qualcosa, fa fermare tutto per ricominciare daccapo.
Un disastro annunciato? Non proprio.
Se infatti i live dei TJ&MC non saranno mai, con ogni probabilità, per limiti tecnici e di indole/carisma personale, veramente memorabili, c’è da dire che al Todays l’esibizione degli scozzesi ha trasmesso perlopiù vibrazioni positive: con un buon tiro e una grinta non scontata per un manipolo di ultracinquantenni, i fratelli Reid e soci hanno suonato per 90 minuti alcuni dei pezzi più memorabili della band – pochi dei quali, tra l’altro, tratti da Psychocandy ! Certe asprezze del passato sono state smussate, tanto che a volte la sensazione è quella di trovarsi davanti un canonico gruppo britpop, ma un repertorio così solido (Snakedriver, April Skies, Head On, Between Planets, The Hardest Walk, ovviamente Just Like Honey) ha resistito bene al passare del tempo.
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