L'equilibrista del piano solo
Stefano Bollani apre la stagione 2011/2012 della Fondazione Teatro Garibaldi di Modica
Recensione
jazz
Stefano Bollani apre la stagione 2011/2012, sezione musica, della Fondazione Teatro Garibaldi e sulla scena esordisce con due brani tratti dal song book della commedia musicale italiana firmati Garinei-Giovannini, “Roma non far la stupida stasera” e “Aggiungi un posto a tavola”. È un equilibrista del piano solo, intento com’è a sciorinare un’infinità di note fra scrittura ed oralità: il jazz è solo un pretesto e non la sola essenza del suo linguaggio. Bollani è uno one man band incontenibile sulla tastiera da dove dispiega umori blues, pop e piano stride. Ma non solo, perché il pianista conferma per l’ennesima volta, in quasi due ore di concerto, di essere anche un uomo di spettacolo che sa tenere la scena con una vena ironica personalissima e con una capacità di interloquire con il pubblico non comune. Intuisce ciò che la platea gradisce, sa come ammaliarla. Si esibisce anche come interprete vocale sensibile e ironico e ne da prova rispettivamente con i brani “Ligia” di Jobim, sua grande passione, e con un’istrionica versione, densa di attualità, della notissima “Ho visto un re” di Dario Fo. Ad un tratto sembra voler andar via, ma è solo un dettaglio del copione che gli consente di rientrare e concedere un’apoteosi di comicità tra imitazioni, divagazioni e citazioni varie che fanno seguito alle richieste del pubblico. Il congedo avviene, dopo un ulteriore richiamo sulla scena ad opera dell’ennesimo e interminabile applauso ed è il momento del “Bolero” di Ravel, e Bollani si ridipinge come un pianista dalle grandi doti strumentali e dall’immensa cultura musicale. Il brusio del pubblico che lascia il teatro è un misto di consensi e diatribe, tra puristi del jazz e comuni appassionati di musica, di cui già sappiamo.
Note: Organizzazione Fondazione Teatro Garibaldi Modica
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