L'arte dialogante del duo
A Bologna Angelica apre con il duo Fabrizio Puglisi - Günter “Baby” Sommer.
Recensione
jazz
Angelica, da un paio d’anni divenuta Centro di ricerca musicale con sede stabile al Teatro San Leonardo, ha puntato sul duo Fabrizio Puglisi - Günter “Baby” Sommer per inaugurare la sua stagione autunnale. I due musicisti, dopo aver fatto parte dell’ensemble Curva Minore coordinato da Gianni Gebbia, a Palermo nel 2011, avevano affrontato il sodalizio del duo solo in due concerti tenuti nel 2013.
Il pianista siciliano e il percussionista tedesco, uno dei maestri riconosciuti della sperimentazione europea, hanno aperto la loro performance bolognese nel segno di una sospesa e sognante delicatezza narrativa, ma ben presto il loro dialogo si è inspessito prendendo una grande varietà di inflessioni. Un’evidente componente gestuale ha dato vita ad una teatralità prevalentemente ludica, caratterizzando turbolenze free, slanci romantici, martellanti insistenze dal lontano sapore etnico, rarefazioni puntillistiche…
I due comprimari hanno interagito in un’istantanea sintonia d’intenti, esasperando le possibilità espressive e timbriche dei rispettivi strumenti. Sommer ha amministrato sussulti eccentrici, soffici fruscii, ragnatele poliritmiche, usando mazze da timpani e spazzole (in realtà consunte scopette di saggina), ma ricorrendo anche alla voce e ad anomali strumenti a fiato. Puglisi dal canto suo si è confermato non solo pianista completo nell’approccio mentale come nella diteggiatura, in grado di trasfigurare con personalità vari momenti del pianismo del Novecento, ma anche uno dei pochi capaci di concepire il piano preparato con un senso musicale compiuto e non come mero espediente di effetti singolari.
Ne è risultato un concerto di grande densità e leggerezza al tempo stesso, di freschezza e vitalità palpabili, che ha esaltato il selezionato pubblico convenuto.
Interpreti: Fabrizio Puglisi: piano, piano preparato, oggetti, giocattoli. Günter “Baby” Sommer: percussioni, voce, aerofoni.
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